Mantovano: “C’è un’egemonia culturale nella magistratura. I giudici si limitino ad applicare le leggi”

14 Ott 2023 12:27 - di Davide Ventola
Mantovano

«Prescindendo dal caso specifico» della giudice Apostolico «perché non è mai opportuno personalizzare le questioni anche se sono rivelative, c’è una sorta di egemonia culturale all’interno della magistratura italiana per cui se c’è un vuoto normativo il giudice lo colma e se c’è una legge che non piace il giudice la disapplica»: lo ha detto Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, intervenendo alla festa de Il Foglio a Firenze.

«Il giudice ha lo strumento dell’eccezione di legittimità costituzionale», ha sottolineato, e in caso di norma comunitaria «anche il ricorso alla corte. La disapplicazione in presenza di una fonte comunitaria è sempre un caso estremo, quando una norma è evidentemente illegittima» ma «il capo dello Stato non firma norme evidentemente illegittime».

Mantovano: “Abbiamo accolto 450mila migranti regolari”

Per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, «la cosa di cui dovremmo tutti preoccuparci perché la gestione di un fenomeno così complesso e delicato come l’immigrazione non può passare in via giudiziaria, e in via giudiziaria non può accadere, e forse è la cosa più grave, la distorsione del sistema asilo. Se un migrante intende entrare regolarmente in Italia c’è il decreto flussi, parliamo di 450mila unità. Chi sfugge da una persecuzione ha titolo a ottenere lo status di rifugiato ma non esiste che lo strumento dell’asilo venga distorto e dilatato per far rimanere in Italia chiunque arrivi in Italia irregolarmente». Per Mantovano «non esiste, perché l’asilo è una cosa seria, e la manipolazione, la distorsione delle norme sull’asilo fanno male agli stessi asilanti».

“L’aumento dei flussi migratori? C’è l’influenza del jihadismo”

A proposito dell’incremento dei flussi migratori verso l’Italia, Mantovano vede la longa manus degli islamisti. «Non credo che il cambiamento climatico si sia concentrato nel giro di pochi mesi su Mali, Camerun e Burkina Faso. Cosa è successo quindi? Si è intensificato il jihadismo che controlla attraverso differenti bande che si autoproclamano califfati, il 50% della Burkina Faso, nel Mali ci sono stati due colpi di stato in pochi mesi, il Camerun ha una situazione anch’essa poco raccomandabile. Ecco in questo contesto l’incentivazione degli effetti migratori diventa uno strumento di pressione da parte del jihadismo nei confronti dell’Europa, poi l’Italia è la più vicina e la gran parte arriva qua». Quindi, precisa l’esponente di FdI, «un flusso così consistente consegna all’Italia una massa di soggetti che entrando in modo irregolare vengano attratti da suggestioni criminali ma anche potenzialmente terroristiche dall’altro verso».

 

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