Il cardiologo: ho salvato una donna dall’infarto grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale

3 Ott 2023 18:32 - di Redazione

Il cuore di una giovane donna – età 38 anni – messo al sicuro dal rischio infarto. Un caso “risolto con la ‘consulenza’ del dottor Ai”. Non è il racconto da un ospedale del futuro, ma succede oggi, in Italia, nel laboratorio di emodinamica di una struttura sanitaria: l’intelligenza artificiale permette allo specialista di vedere qualcosa che a un primo esame era praticamente invisibile.

E’ un caso esemplificativo che fotografa la rivoluzione hi-tech in corso in medicina. A riportarlo all’Adnkronos Salute è Giovanni Esposito,  direttore della Uoc di Cardiologia, Emodinamica e Utic dell’Azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli.

Grazie all’AI si è potuta vedere una dissezione coronarica

“Di recente mi è successo di avere una giovane paziente che aveva dolore ed era andata già più volte in ospedale. L’abbiamo sottoposta a coronarografia e sostanzialmente sembrava non avesse nulla – spiega l’esperto – Allora abbiamo deciso di approfondire” con ulteriori esami di diagnostica per immagini “e dall’analisi dell’imaging avanzato con l’intelligenza artificiale abbiamo scoperto che aveva una dissezione coronarica”, in pratica lo strato più interno del vaso era lacerato. “Il che – chiarisce Esposito – ovviamente comporta una diagnosi importante perché la dissezione coronarica, se non si intraprendono tutte le procedure necessarie, può portare anche alla chiusura” del vaso stesso “e all’infarto”.

La donna protagonista del caso ha 38 anni

Un caso di prevenzione hi-tech. “La donna protagonista ha 38 anni. Purtroppo spesso è soprattutto in questi pazienti che le dissezioni sono più frequenti”, ma sempre in questi pazienti succede che “la diagnosi diventa più difficile. L’Ai aiuta soprattutto in questi casi più complessi“, evidenzia Esposito. Alla paziente salvata con l’aiuto dell’algoritmo l’esperto ha spiegato che “oggi abbiamo a disposizione tecnologie che fino a pochi anni fa non potevano essere utilizzate”. Queste “ci supportano nella diagnosi, che è molto più precisa e dettagliata e affidabile rispetto al passato”.

L’Ai può essere un’alleata del cuore delle donne

L’Ai “può essere un’alleata del cuore delle donne, per le quali i sintomi sono più complessi e c’è una sottostima di quei campanelli d’allarme che nell’uomo traggono più facilmente in allarme. In questo quadro l’intelligenza artificiale ha il vantaggio di aiutare a valutare in modo molto più obiettivo, minimizzando la parte interpretativa”. Si apre dunque la strada “a valutazioni più obiettive di quelle che possono essere le opzioni diagnostiche. L’Ai – evidenzia Esposito – potrebbe dunque essere in questo senso d’aiuto per le donne, sicuramente diminuisce un po’ il gap diagnostico che in questo momento c’è”.

 

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