Il bus elettrico della strage di Mestre monitorato ogni 4 ore: potrebbe ripartire l’incendio
Dalle ore 5.30 di questa mattina il bus elettrico che è precipitato da un cavalcavia di Mestre, a pochi passi dalla stazione ferroviaria, si trova nel deposito dell’ex mercato ortofrutticolo in via Torino.
Al termine delle complesse operazioni di estrazione di vittime e ferite, il bus, rovesciato sull’asfalto dopo un volo di alcuni metri, è stato sollevato con due gru e trasportato su un pianale nel deposito dell’ex mercato, lontano da occhi indiscreti e a un chilometro e mezzo circa dal luogo in cui hanno perso la vita 21 persone e 15 sono rimaste ferite. Da quanto apprende l’Adnkronos, il mezzo viene monitorato ”ogni quattro ore circa” poiché ”trattandosi di un bus elettrico”, quindi dotato di particolari batterie, ”potrebbe ripartire l’incendio” divampato ieri sera subito dopo l’impatto.
Il bus elettrico è di ultima generazione, immatricolato nel 2022
Massimo Fiorese, amministratore delegato di La Linea Spa, l’azienda del bus caduto dal cavalcavia a Mestre prova a ricostruire col Corriere della Sera gli attimi che hanno portato all’incidente: «C’è un video dell’autobus poco prima della caduta – racconta -. Il mezzo arriva, rallenta, frena. È quasi fermo quando sfonda il guardrail. Penso che l’autista abbia avuto un malore, perché altrimenti non me lo spiego. Nel video si vede che il bus è quasi fermo, il guardrail è fino, non è di quelli più moderni e più strutturati, e l’autobus pesava tanto perché era di quelli elettrici. L’impatto è stato fatale».
Il combinato disposto: guardrail più fino e bus elettrico più pesante
L’autobus è stato immatricolato nel 2022. «Da quel poco che siamo riusciti a vedere la velocità era adeguata, inferiore ai 50 km/h. Pesa circa 13 tonnellate. Questi bus nuovi sono anche certificati per l’antiribaltamento ma naturalmente da quelle altezze è diverso», ha precisto Fiorese all’agenzia Lapresse. «Per quanto sappiamo, la scatola nera è stata tirata giù e consegnata alle autorità: quando decideranno che si potrà accedere alle immagini, forse si capirà qualcosa in più. Anche se non si vede l’autista magari si vede qualcosa intorno», dice ancora Fiorese, sostenendo che le immagini non sono andate completamente distrutte come invece ipotizzato da qualcuno.