Giovani islamiche strappano dai muri di Londra le foto coi volti dei bimbi rapiti da Hamas: ira e sdegno del web (video)
Gli echi dell’orrore piombano su Londra con la propaganda che prova a mettere il silenziatore per rivendicare ragioni stravolte dalla ferocia degli attacchi di Hamas contro Israele. I venti di guerra arrivano da Gaza fin nel cuore dell’Europa, e una denuncia di The Telegraph ne rilancia i risvolti nettamente, riprendendo e postando sul web due giovani islamiche nell’atto di strappare con furia e disprezzo dai muri della city i manifesti con i volti dei bambini rapiti da Hamas.
Le foto dei bimbi rapiti da Hamas sui muri di Londra, ma…
I video pubblicati sui social vengono diffusi dai media britannici, tra lo sdegno di chi assiste alle scene e commenta pubblicando sconcerto e indignazione e rabbia online. Tra i primi a sottolineare quanto di inquietante accaduto a Londra il ministro Salvini, che su X scrive a didascalia delle immagini: «Quando vedi questi personaggi – nel cuore del continente europeo – rimuovere le foto dei bimbi sequestrati da un gruppo terroristico, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Disumano, vergognoso, inaccettabile» (sotto il messaggio del leader del Carroccio e il re-tweet del video del Telegraph).
Quando vedi questi personaggi – nel cuore del continente europeo – rimuovere le foto dei bimbi sequestrati da un gruppo terroristico, vuol dire che c’è qualcosa che non va.
Disumano, vergognoso, inaccettabile. pic.twitter.com/QO4A9MBupP— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) October 13, 2023
Due giovani islamiche strappano dai muri di Londra i manifesti coi volti dei civili sequestrati da Hamas
E altri aggiungono: «E questo è ancora niente, tempo al tempo, è ne vedremo molte altre, e più tristi, con questi Soggetti c’è poco da stare allegri»… «Sono anche donne. Ma come fanno?» si chiede invece un utente. Mentre un altro pubblica: «Integraliste, altro che integrate». Poi la rabbia cede il passo allo sgomento: e trovano posto semplici commenti che esprimono disorientamento e timore: «Realtà amara», «Senza parole…».
L’idea dei manifesti per sensibilizzare le comunità islamiche
Poche parole, è vero: ma parlano le immagini. Gli scatti e le sequenze video che dilagano in Rete. Testimonianze impossibili da rimuovere. E strapparle non ridimensionerebbe comunque l’orrore già inferto, o quello che si teme possa ancora verificarsi. Nelle ultime ore, le foto con i volti degli uomini. Delle donne. E dei bambini rapiti sabato dai terroristi di Hamas sono state affisse in molte zone delle principali città europee. E non solo. L’idea è nata a New York e si è diffusa a Londra, Berlino, Amsterdam e Madrid, per sensibilizzare le comunità islamiche affinché, a loro volta, facciano pressioni per liberare gli ostaggi in un quadro in cui, dalla direzione opposta, si inseriscono i messaggi di Hamas per una mobilitazione islamica a sostegno di Gaza.
Francia, Austria e Inghilterra vietano le manifestazioni per paura di disordini e scontri
La tensione è palpabile e deflagra ovunque, con tutti i suoi riverberi di misure e provvedimenti di sicurezza mirati ad evitare disordini e pericoli interni. La Francia, che proprio oggi è stata colpita al cuore con l’uccisione di un professore del liceo di Arras per mano di un terrorista islamico, già da alcuni giorni ha detto stop stop alle manifestazioni filo-palestinesi. Il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, ha chiesto ai prefetti di vietarle tutte perché suscettibili di generare disturbi all’ordine pubblico. Ammonendo: «L’organizzazione di queste manifestazioni vietate deve dar luogo ad arresti».
Via le foto dei bimbi rapiti: la propaganda di Hamas nel cuore dell’Europa
Anche in Austria, la polizia di Vienna ha vietato una manifestazione pro-palestinese, motivando la decisione con lo slogan Dal fiume al mare usato per pubblicizzare la protesta, ritenuto un appello alla violenza. «Fondamentalmente è questo: “Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera”, uno slogan dell’Olp adottato da Hamas», ha spiegato il capo della polizia della capitale austriaca, Gerhard Puerstl.
E nel Regno Unito…
Nel Regno Unito, si discute sull’opportunità di vietare le bandiere della Palestina in manifestazioni che potrebbero trasformarsi in eventi in sostegno al terrorismo. La questione è stata sollevata a Londra, dalla ministra dell’Interno britannica, Suella Braverman. La quale, in una lettera inviata ai capi della polizia di Inghilterra e Galles, ha esortato gli agenti a usare «tutta la forza della legge» contro le manifestazioni di sostegno ad Hamas dopo il suo attacco senza precedenti contro Israele.