Elena Basile in pieno delirio narcisistico litiga con Formigli: io rappresento il dissenso, chi ama la verità mi ringrazia (video)

13 Ott 2023 11:12 - di Francesco Severini
Basile

Elena Basile ha fatto anche ieri sera il suo show a Piazzapulita, litigando con Corrado Formigli e lasciando in diretta lo studio. Basile ha difeso le ragioni dei palestinesi e paragonato Israele ad Hamas perché se questi ultimi sono definiti terroristi, dall’altra parte ci sarebbe «terrorismo di Stato». Andando via si è autoeletta a paladina di chi ama la verità. Un atteggiamento inquietante. “La gente che crede nella verità è contenta di quello che faccio”, ha detto andando via dalla trasmissione di Formigli. E ancora: “Lei mi ha pregato di venire qua, se no non sarei venuta”.

Ma non è stata l’unica performance del personaggio in preda a una sorta di delirio narcisistico. A Formigli che le negava la parola ha replicato così:  «Io sono l’unica voce di dissenso. Ho una caterva di mail di gente che mi ringrazia per questo. Se lei non capisce che io rappresento il dissenso, non è in grado di fare il giornalista».

Dopo le sue comparsate da Lilli Gruber,  Basile era diventata la star di coloro che sotto sotto tifano per Hamas ma lo fanno capire solo dopo una serie di distinguo che tendono a colpevolizzare Israele. Una strada già collaudata con la guerra in Ucraina e che ha promosso a improbabili mezzibusti onnipresenti in tv personaggi come il prof. Alessandro Orsini e la prof. Donatella Di Cesare, che sull’invasione russa si rifugiavano dietro mille distinguo per evitare un’aperta condanna.

 

Oggi Stefano Cappellini su Repubblica sottolinea che dietro lo pseudonimo di Ipazia che tra il 2022 e il 2023 ha firmato sul Fatto quotidiano numerosi articoli filo-Putin sulla guerra in Ucraina c’è proprio lei, Elena Basile. Lilli Gruber la chiama ambasciatrice ma in realtà la Basile non potrebbe fregiarsi di tale titolo secondo il sindacato dei diplomatici italiani.  “Non si tratta di una mera distinzione formale – spiega la nota del sindacato Sndmae – ma di una corretta informazione del pubblico, dal momento in cui l’appellativo di ambasciatore/ambasciatrice incide direttamente sulla percezione dell’autorevolezza dell’interlocutrice”.

Il sindacato dei diplomatici ha spiegato che la qualifica di “ambasciatrice” è scorretta: «Basile si è infatti dimessa dalla carriera diplomatica con il grado di ministro plenipotenziario. E sebbene dopo aver servito a Tananarive, Toronto, Budapest e Lisbona abbia svolto nel corso della sua carriera anche le funzioni pro tempore di capo missione in Svezia e Belgio non è mai stata promossa al grado di ambasciatrice». Lei ha così replicato su Twitter in modo molto conciso: “Sono stata la prima ministra plenipotenziaria donna Ambasciatrice a Bruxelles. I miei predecessori Min Plen uomini con funzioni di Ambasciatore come sottoscritta. Prassi :ambasciatori di funzione sono chiamati Ambasciatori. Tutti. Burocrazia ridicola, meschina. Macchina del fango”. Scontato il rifugio nel vittimismo.

 

 

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