Delmastro inchioda il giudice che ha annullato l’espulsione del tunisino: ha esondato dalle sue prerogative
Delmastro inchioda il giudice di Firenze che ha annullato l’espulsione di un migrante tunisino, ritenendo il suo Paese d’origine un posto “non sicuro”: «Ha esondato dalle sue prerogative». Sì, perché sul fronte migranti, quella imbastita sulla gestione dei flussi e dell’accoglienza rischia di diventare una tela di Penelope. Da una parte, l’ordito dell’impegno politico del governo per gestire l’emergenza in maniera strutturale e duratura, cerca di dare regole e risposte concrete a una giungla di esodi interminabili. Dall’altra, la trama intessuta a suon di sentenze che intreccia i contraccolpi di una parte della magistratura italiana, arriva ad annodarne i fili. Sconfessando e sindacando sull’operato di governo italiano e colleghi europei.
Migranti, Delmastro punta l’indice sul giudice di Firenze
Una strada a senso alternato, insomma, quella che incrocia il lavoro del governo Meloni che, da un lato incassa in Ue i successi frutto di un lavoro che prosegue a ritmo serrato dal giorno dopo il suo insediamento. E dall’altro si imbatte in verdetti che ne disconosco volutamente i dettami e i traguardi fissati. Una situazione su cui oggi si è espresso il sottosegretario alla Giustizia e deputato di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro, che commentando con Affaritaliani.it la decisione del Tribunale di Firenze di non rimpatriare un richiedente asilo per aver ritenuto la Tunisia un Paese non sicuro, ha sottolineato: «Il governo sta ottenendo grandi risultati sul fronte dell’immigrazione, come il successo di ieri in Europa sulle Ong. Ma evidentemente in Italia qualcuno continua a esondare dai propri compiti».
«Il giudice di Firenze ha esondato dalle proprie prerogative»
Già, perché dopo il caso Catania – con tutte le appendici polemiche della vicenda sul giudice che ha liberato dal Cpr di Pozzallo tre immigrati irregolari appena arrivati, dichiarando illegittimo il decreto Cutro dell’esecutivo – ieri è arrivato il bis da Firenze. Dove il tribunale ha annullato l’espulsione di un tunisino, negando il suo rimpatrio in Tunisia in quanto a detta delle toghe al lavoro sul caso, Paese «non sicuro». Una decisione che mette i paletti al percorso tenacemente perseguito dal governo italiano. E che li mette, sostiene il vice del Guardasigilli, arbitrariamente. «Non spetta a un giudice decidere se la Tunisia è un Paese sicuro o meno», ha rilevato Delmastro sulla vicenda.
«Non spetta a un giudice decidere se la Tunisia è un Paese sicuro o meno»
Aggiungendo poi a stretto giro: «Quel giudice di Firenze ha esondato dalle proprie prerogative». Un caso che si aggiunge a quello di Catania, che ancora oggi ha infiammato il dibattito, e su cui alla domanda se possa o meno intravedersi un disegno di una parte della magistratura contro il governo, visto che siamo già al secondo stop dopo Catania, Delmastro ha replicato: «Non credo in disegni. Ci sono singoli soggetti che si fanno influenzare da pregiudizi ideologici». Contro il governo Meloni? «Beh, prima voglio leggere l’ordinanza, ma se fosse vero che un giudice decide se un Paese è sicuro o no, vuol dire che va oltre i propri compiti».