Migranti, e due: dopo Catania, Firenze. Giudice nega il rimpatrio di un tunisino e si mette contro il governo
Migranti, un altro giudice sconfessa e disattende quanto stabilito dal governo in materia di immigrazione clandestina. Dopo Catania, il Tribunale di Firenze ha annullato l’espulsione di un migrante tunisino a cui il Viminale aveva negato lo status di rifugiato. Perché? Perché, stabilisce la sentenza fiorentina, la Tunisia non può essere considerato un “Paese sicuro”. E così, dopo il precedente siciliano, anche i giudici del capoluogo toscano disapplicano il decreto approvato dal governo dopo la strage dei migranti di Cutro.
Migranti, dopo Catania il bis a Firenze
E sono due: due i casi che destano stupore e alimentano dubbi e sospetti di una strategia applicata in punta di codice. Due le vicende giudiziarie che fanno pensare che una parte della magistratura dissenta a suon di sentenze dall’operato del governo e dalle disposizioni previste in materie di immigrazione clandestina. Due i ricorsi di migranti accolti dai giudici con verdetti che bollano come non procedibile il recente Dl governativo, negando l’applicazione di norme e divieti varati dall’esecutivo nel nome della “insicurezza” dei Paesi dai quali i clandestini partono.
Il tribunale accoglie il ricorso di un tunisino e nega il suo rimpatrio
Dunque, a ridosso del caso della giudice di Catania che ha negato la convalida del trattenimento di quattro migranti irregolari, propedeutica all’espulsione, da Firenze arriva il bis. La vicenda fiorentina, riferiscono La Stampa e La Repubblica dando la notizia della sentenza, nasce da un provvedimento della commissione prefettizia che aveva negato a un tunisino la protezione internazionale richiesta dopo l’approdo in Italia, considerando la Tunisia un “Paese sicuro”. Il Viminale può, infatti, rifiutare la domande di asilo senza una specifica motivazione, ed espellere il migrante con “procedura accelerata”, senza attendere la pronuncia definitiva della Cassazione. Il tribunale di Firenze, però, ha accolto il ricorso del tunisino: il motivo? A detta dei togati alle prese con la vicenda, è opinabile la valutazione di sicurezza sul Paese di provenienza del migrante.
Migranti, una nuova sentenza sindaca sull’applicazione del decreto Cutro
Secondo il Tribunale di Firenze (sezione specializzata in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea) infatti, la Tunisia non può essere considerata un Paese sicuro. E pertanto l’aula ha accolto il ricorso del richiedente asilo contro il Viminale, e sospeso l’espulsione. Una beffa al quadrato, se si considera che il migrante tunisino non si era neppure dichiarato vittima di particolari persecuzioni. Ma aveva posto, tramite il suo legale, una questione di carattere a dir poco generale: «La grave crisi socioeconomica. Sanitaria. Idrica e alimentare. Nonché l’involuzione autoritaria e la crisi politica in atto – riporta l’Adnkronos riferendo le argomentazioni del ricorso – sono tali da rendere obsoleta la valutazione di sicurezza compiuta a marzo dal governo italiano».
Espulsione sospesa: per i giudici di Firenze «la Tunisia non è un Paese sicuro»
Un rilievo che il tribunale fiorentino ha accolto e fatto suo e che, citando organismi e media internazionali (da Amnesty International al New York Times), ha adottato per motivare la sentenza favorevole al ricorso. Asserendo che la valutazione della Tunisia come Paese sicuro non è valida alla luce dei «recentissimi e gravi sviluppi». Pertanto, il Tribunale fiorentino ritiene che sia compito dei giudici sindacare le valutazioni del governo, perché «il sacrificio dei diritti dei richiedenti asilo non esonera il giudice dal generale obiettivo di verifica e motivazione in ordine ai profili di sicurezza del Paese». Una interpretazione in cui, tra le righe, diventa davvero difficile non intravedere una matrice politica e una precisa volontà di sindacare, fino a sconfessarle, le disposizioni del governo.