Comunali di primavera, il centrosinistra già litiga: alleanze in tilt nelle maggiori città

12 Ott 2023 19:29 - di Redazione

Candidato unitario, candidato di partito, primarie, campo largo. Un centrosinistra pirandelliano, uno, nessuno centomila. Tante solo le diverse formule attorno alle quali  stanno ragionando sinistre, Pd, M5s in vista delle amministrative della primavera del 2024. Non sanno che pesci prendere. Il rebus sindaci non fa dormire sonni tranquilli. L’obiettivo resta quello di “coinvolgere tutte le forze alternative alla destra” ovunque. Ma il ‘pacchetto’ delle alleanze sui territori resta ancora un enigma. Con, soprattutto, Pd e M5s alle prese con la definizione di una intesa che fatica a decollare nelle città. Definire “pirandelliano” il centrosinistra, in verità è troppo, è fare un complimento. Non c’è alcuna dimensione della complessità, tutto si basa su convenienze, o, peggio ancora, sulla incapacità di decidere.

Il caso Firenze

I soliti dilemmi. Al voto, nel giugno prossimo, andranno 3840 comuni, 27 dei quali capoluogo: come Ascoli, Bari, Bergamo, Cagliari, Ferrara, Firenze, Lecce, Livorno, Modena, Pesaro, Prato, Reggio Emilia, Sassari. Ad attirare sempre i riflettori c’è il caso di Firenze, alle prese con il post-Nardella. L’ultima polemica è scoppiata intorno al nome di Eugenio Giani: “Non sono candidato”, ha chiarito il governatore toscano. Uno stop all’ipotesi è arrivata dai dem fiorentini; mentre il senatore Dario Parrini ha lanciato un appello al segretario regionale Fossi, chiedendogli di “intervenire con parole chiare per stroncare il balletto delle ipotesi”. Nel toto candidati c’è, tra gli altri, l’assessora all’Educazione Sara Funaro. Mentre l’ipotesi di una discesa in campo della vice presidente della Regione, vicinissima a Matteo Renzi, Stefania Saccardi tiene sempre ‘caldo’ il fronte del rapporto con Italia viva.

Il caso Bari

Altra città di primo piano al voto è Bari. Mercoledì sera l’ultima riunione del tavolo di coalizione, che comprende il M5s, ha stoppato il totonomi.  Nel Pd – troppa grazia- sono tre gli aspiranti sindaci: il deputato Marco Lacarra e gli assessori comunali Pietro Petruzzelli e Paola Romano. Mentre Nichi Vendola ha candidato l’avvocato Michele Laforgia. Nell’imbarazzo della scelta resta l’ipotesi primarie, gradite a Michele Emiliano, ma  sgradite ai 5 stelle. Da ridere: come fai sbagli. Novità sono attese da un nuova riunione dem convocata per il 21 ottobre.

I casi Bergamo, Reggio Emilia, Livorno

A Bergamo è stallo. I nomi in pista, in casa Pd, sono due: il vicesindaco Sergio Gandi e l’ex deputata Elena Carnevali. Una nuova riunione del partito cittadino è fissata per la prossima settimana. Tutto sempre rimandato. A Reggio Emilia il centrosinistra è avvolto nelle nebbie. E non è solo un dimensione climatica regionale. Per cui – leggiamo nell’ampia panoramica che fornisce l’Adnkronos-  la soluzione potrebbe essere quella di un candidato civico. Nel dettaglio, il primario di malattie infettive Marco Massari. Ma anche no, perché resta però in campo anche l’ipotesi primarie, per le quali si fanno i nomi di due esponenti della Giunta: Lanfranco de Franco e Annalisa Rabitti. A Livorno il centrosinistra punta al bis di Luca Salvetti, che può contare su una alleanza larga con Pd, Sinistra italiana, +Europa, Italia viva, Psi e civici. Ma non il M5s, che si è sfilato.

In ogni città una formula diversa

A Lecce, invece,  c’è l’unica certezza di questo groviglio: ci saranno le primarie a dire la parola definitiva finale sul bis del primo cittadino Carlo Salvemini. Si terranno il 26 novembre e nella coalizione ‘Insieme per Lecce’ ci sono Pd, Italia viva, SI, Psi, Verdi, + Europa, Centro democratico e altre liste civiche. Tra gli altri candidati, Pierpaolo Patti (SI). Ad Ascoli il centrosinistra sembra miracolosamente avere tutti insieme concordi, compreso il M5s, nel ‘Cantiere riformista’: varato per sostenere il cardiologo Emidio Nardini, che ritenta la corsa al comune.

Il M5s si sfila

A Modena ancora da chiudere il puzzle, difficilmente con il M5s. Tra le ipotesi, quelle degli assessori Andrea Bortolamasi e Andrea Bosi. Oppure, per sparigliare, la ‘civica’ Francesca Federzoni, vicepresidente della Lega delle Cooperative. Anche a Prato impazza il totonomi. Tra gli altri, l’ex Sg e poi Ds Benedetta Squittieri. Infine, ore decisive non per un comune ma per una regione: la Sardegna. Tiene duro Renato Soru, che avrebbe spiegato le sue ragioni direttamente a Elly Schlein. Le primarie sono però state escluse da tempo dai dem sardi. Il verdetto potrebbe arrivare dalla doppia riunione di sabato del tavolo di coalizione e della assemblea regionale del Pd.

 

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