Assolto il bengalese dei maltrattamenti “culturali” alla moglie. Il pm riformula la richiesta: “Il fatto non sussiste”
È stato assolto il bengalese a processo per maltrattamenti nei confronti dell’ex moglie connazionale, il cui caso nei mesi scorsi era finito al centro delle cronache e delle polemiche per la richiesta di assoluzione avanzata dal pm di Brescia Antonio Bassolino in virtù di ragioni culturali. Lo stesso pm, in udienza, ha riformulato la richiesta di assoluzione passando dalla formula “il fatto non costituisce reato” alla formula “il fatto non sussiste”, visto che gli episodi emersi dal racconto della vittima sarebbero stati “solo” tre in sei anni di convivenza.
Il pm riformula: pochi episodi, “il fatto non sussiste”
Secondo quanto riferito dall’Ansa, in apertura dell’udienza il pm ha depositato una memoria nella quale ha spiegato che “esaminati gli atti, rivaluta la precedente richiesta e la riformula chiedendo l’assoluzione perché il fatto non sussiste, perché il reato di maltrattamenti contestato difetta del requisito dell’abitualità“. Alla base di questa valutazione ci sarebbe il fatto che la moglie avrebbe reso racconti non convincenti, dai quali, come detto, gli episodi di violenza emersi sarebbero stati troppo pochi per parlare di maltrattamenti.
L’avvocato della moglie: “Le donne non denunceranno più”
Resta il fatto che, per un motivo o per un altro, per il pm il bengalese andava assolto dall’accusa di maltrattamenti e che la nuova tesi è stata accolta dal giudice in una sentenza di cui ora bisogna attendere le motivazioni. “Ancora una volta una violenza senza tutela. È molto grave, le donne non denunceranno più e non crederanno in questa giustizia”, ha commentato il legale di parte civile Valentina Guerrisi, dopo la lettura del dispositivo.