Salmone artificiale stampato in 3D: nei supermercati italiani l’ultima deriva del cibo sintetico
Verrà venduto dal primo ottobre nei supermercati italiani come “salmone vegano”, ma del prelibato pesce avrà solo il nome. È in realtà il frutto di un’invenzione di laboratorio di un’azienda austriaca.
La Revo Foods, società viennese specializzata nella produzione di alimenti vegani, ha impiegato una stampante 3D per rendere appetibile una poltiglia di microproteine, albuminoidi che arrivano dai funghi, cui si aggiungono gli acidi grassi Omega-3. Per ingannare olfatto, gusto e vista, il macchinario per la stampa 3D, un robot in grado di assemblare il cibo artificiale, riproduce la caratteristica del classico trancio di salmone.
Salmone vegano stampato in 3D: l’invenzione di un’azienda austriaca
Insomma, il pesce anziché arrivare dai mari del Nord è stato realizzato da una stampante 3D. L’azienda consiglia di consumare il trancio dopo averlo cotto qualche minuto in padella, in forno o nella friggitrice ad aria. Un business quello del cibo sintetico, che sta acquistando mercato e vedendo la partecipazione di investitori sempre più munifici e influenti. Tra di essi vi sono infatti anche Bill Gates e il potentissimo Qatar. Dietro le ragioni che vogliono la protezione di ambiente e animali ci sono interessi economici enormi. Basti pensare che molte delle principali start up del settore sono quotate in Borsa.
Cibo sintetico: lo stop del parlamento europeo
Martedì scorso il Parlamento europeo ha imposto uno stop alla deriva del cibo sintetico. Stop registrato con soddisfazione dal ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida. “La commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo ha infatti bocciato il paragrafo 19 della risoluzione sulle colture proteiche che conteneva riferimenti a prodotti innovativi a base cellulare”.
Lollobrigida: “Il cibo in vitro potrebbe avere conseguenze per la salute”
“La risoluzione – ha sottolineato – punta ad una maggiore produzione di colture di proteine in Europa e l’approvazione di quella specifica proposta avrebbe aperto le porte alla produzione di carne sintetica”. “Siamo da sempre al fianco dei nostri agricoltori, anche con iniziative di supporto per incrementare le colture – ha proseguito il ministro -, ma questo non deve avvenire con la possibilita’ di realizzare alimenti in laboratorio”. “Auspico che questi tentativi, come quello scongiurato oggi, non vengano riproposti e sono convinto che, oramai, anche in Ue sia passato il messaggio che il cibo prodotto in vitro non solo potrebbe nascondere conseguenze negative per la salute dei cittadini ma distruggerebbe intere filiere senza alcun beneficio per l’ambiente”, ha concluso.