Il Pd in piazza non piace a Bonaccini: «Schlein contro il Jobs act? Meglio il salario minimo»

12 Set 2023 11:05 - di Francesca De Ambra
Schlein

Tutti con Elly, almeno a parole. I fatti, si sa, sono un’altra cosa. E questi ci dicono che la recente sortita della Schlein sull’esodo verso Azione di una trentina di dirigenti dem in Liguriaavevano sbagliato indirizzo quando sono entrati nel Pd») ha in realtà fatto scattare l’allarme rosso nel partito. Tanto è vero che all’indomani la leader ha dovuto rettificare il tiro e fare sua la solita tiritera sul «Pd plurale» che «rispetta tutte le anime che lo compongono». Una pezza, appunto. Ma tanto è bastato per far dire a Francesco Boccia, il capo dei pretoriani della Schlein, che il nuovo corso ha fatto recuperare al Pd «empatia» e «rapporto con la piazza».

Sondaggi inchiodati al 20%

Quanto, invece, agli elettori in carne ossa, si vedrà. Al momento, il dirigente è trincerato dietro un atto di fede. Infatti, al giornalista di Repubblica che gli fa notare come i sondaggi non schiodino dal 20 per cento, ha replicato: «I sondaggi dicevano che Schlein avrebbe perso le primarie». Bisogna, tuttavia, riconoscere che Boccia non nega la radicalizzazione del Pd targato Elly. «Se la società cambia – è il suo ragionamento – devono cambiare pure i partiti (…). Perciò ritengo la querelle riformisti contro massimalisti una polemica goffa». Parole che in qualche modo  suonano addirittura come rivendicazione del cambiamento in atto nel Pd.

Ma Boccia promuove il movimentismo della Schlein

E che risultano, quindi, assai diverse da quelle dettate da Stefano Bonaccini al Corriere della Sera. Certo, è una lettura in filigrana, ma la differenza tra il movimentismo di Boccia e la strategia dell’alleanza tra partiti indicata dal governatore dell’Emilia Romagna vi emerge netta. Prova ne sia la vaghezza con cui questi risponde alla domanda se condivida o meno l’appoggio promesso dalla Schlein alla mobilitazione annunciata dalla Cgil contro il Jobs Act. «A me – è infatti la replica – interessa la battaglia che il Pd sta facendo oggi sul lavoro buono, per il salario minimo legale e contro la precarietà». In pratica è un “no” che conferma il grado di tensione che agita i dem. Fra un po’ si accorgeranno che nascondere la polvere sotto il tappeto non è mai una soluzione.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *