Bandiera rossa trionferà? La Schlein sposta il Pd a sinistra: “Non è mica una colpa…”

11 Set 2023 8:51 - di Stefania Campitelli

Piazza rossa e autunno caldo. Dal palco della Festa dell’Unità di Ravenna Elly Schlein gioca la carta della grande mobilitazione nazionale. E rivendica lo spostamento a sinistra che ha già causato fughe e critiche quotidiane.

Schlein lancia la mobilitazione d’autunno

“Dopo l’estate militante non ci riposeremo, ci attende un autunno di impegni e partecipazione. Il Partito democratico è pronto a scendere in piazza, è il nostro tempo, riprendiamoci il nostro futuro”. Indebolita dall’emorragia continua (ultimo colpo l’uscita dal partito di 31 eletti in Liguria), la segretaria insiste sulla sua strada. “Qualcuno ci accusa di aver spostato il partito a sinistra, io non so se ho questa colpa, e a dire il vero non so se sia una colpa…”. L’arringa finale alla Festa dell’Unità rischia di trasformarsi in un nuovo boomerang.

“Lo spostamento a sinistra non è una colpa”

>”Dobbiamo essere plurali, larghi, aperti, generosi, insieme'” dice dopo le polemiche con i riformisti. E intona la stanca litanìa contro il governo Meloni.  “Si possono travestire quanto vogliono ma sono sempre gli stessi. Li conosciamo, non accetteremo tentativi di riscrivere la storia, la destra non fa i conti col suo passato“.

“La gratitudine verso Gentiloni

Poi la difesa d’ufficio del commissario europeo Gentiloni, “vittima di attacchi scomposti. A lui va tutta la nostra gratitudine per il servizio che sta svolgendo”. Non manca la chiosa a effetto con la citazione di Aldo Moro. “Ricordiamoci da dove veniamo e quali sono le nostre storie”. Ma non basta a scaldare gli animi e rassicurare i riformisti che non si rassegnano a ‘morire grillini’. Il colpo d’occhio alla festa fotografa plasticamente l’isolamento della segretaria.

Il dissenso corre nelle chat private

La Schlein è  costretta a chiudere la kermesse ferrarese senza i vertici del partito. Che si tengono  a debita distanza insieme ad alcuni dei suoi sponsor alle primarie, che preferiscono disertare. Non si vedono Dario Franceschini e Andrea Orlando, li chiamano “i pentiti di Elly”. Non c’è traccia di Stefano Bonaccini,che pure a Ferrara è di casa. Il dissenso verso la segreteria corre anche nelle chat private, in tanti sono tentati di fare le valigie prima che la nave affondi. “Più che l’armocromista, le servirebbe uno psicologo evoluzionista delle alleanze”, scrive qualcuno.

Il partito a rete con i circoli antenne

“L’ambizione del Pd è non solo unire storie e culture diverse, ma anche immaginare un progetto nuovo”, dice ancora la Schlein. “Un partito strutturato più a rete che a piramide, con i circoli che sono antenne. Un partito che spalanca le finestre e le porte, dove non ci si trova per stabilire rapporti di forza. Tutti insieme siamo la forza del Pd, nessuno escluso”. Finora a spalancare le porte con successo, però, sono gli avversari. A partire dal terzo polo che continua la campagna acquisti verso i compagni delusi. L’unico soddisfatto è il fedelissimo Francesco  Boccia. “Schlein a ha tracciato il profilo di un grande partito di sinistra moderno. Con i piedi ben piantati in Europa e con una idea chiara di futuro”.

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