Il “Guardian”: «Meloni è tra i politici più influenti d’Europa». Solo un anno fa era un «pericolo»
È passato esattamente un anno da quando The Guardian definiva «post-fascist» i «Brothers of Italy». E bocciava la loro leader Giorgia Meloni, presentando la sua «quasi certa vittoria elettorale» come un possibile danno per l’Italia e per l’Europa. A distanza di 12 mesi stesso giornale, ma tutt’altra analisi e ben diverse conclusioni. Stessimo parlando della sovietica Pravda, non avremmo resistito alla tentazione di un guareschiano “contrordine compagni!“. Ma qui si tratta di antico ed autorevolissimo foglio liberale, roba seria perché capace di separare i fatti dalle opinioni, anche quando – come in questo caso – i primi smentiscono le seconde. E così la Meloni, da pericolo potenziale, si è trasformata in «uno dei politici più potenti d’Europa» mentre «il governo più di destra dalla Seconda guerra mondiale ha assunto un tono rassicurante e pragmatico nel resto d’Europa e non solo».
The Guardian rivede il proprio giudizio sul premier
Insomma, dei barbari alle porte si sono perse le tracce. Meglio così. Anzi, del premier italiano The Guardian sottolinea l’«incrollabile sostegno all”Ucraina» e la posizione favorevole a «grandi accordi in Africa, siano essi sull’energia o, in modo più controverso, sull’immigrazione». Bene anche le relazioni internazionali: da quelle con l’americano Joe Biden e l’ucraino Volodymyr Zelensky a quelle con il britannico Rishi Sunak. Persino con Macron «ha un rapporto più cordiale» mentre «la si vede spesso lavorare al fianco di Ursula von der Leyen».
«Coltiva come prima i rapporti con la destra europea»
Rapporti che Meloni coltiva – precisa il tabloid, citando il sostegno a Santiago Abascal di Vox e il recente incontro con l’ungherese Viktor Orban – «senza abbandonare i rapporti con la destra europea. A sostegno della pretesa trasformazione meloniana, il giornale ricorda anche gli elogi («è migliore del previsto») ricevuti da un rivale di sinistra come Enrico Letta e da un dem a tutto tondo come Stefano Bonaccini, finito nel mirino dei suoi compagni solo per aver definito «capace» la Meloni. Il pericolo post-fascist, tuttavia, non è svanito del tutto. Anzi, The Guardian scommette sul «ritorno di una retorica intransigente e nazionalista» in vista delle prossime elezioni europee, complice anche l’esercizio della «influenza sulla Rai» da parte del governo. A conferma che neppure ai giornali britannici riesce sempre di separare i fatti dalle opinioni.