Divieto di abaya al via: su 298 irriducibili, molte si cambiano. Ma 67 non ne vogliono sapere e tornano a casa
Fatta la legge, rinnegato il divieto. Niente inganno, dunque: nel primo giorno di entrata in vigore del no all’abaya – il lungo camice tipico della religione islamica che copre il corpo dalle spalle ai piedi – 298 ragazze si sono presentate a scuola con la tunica. Tra loro, molte alla fine si sono arrese alla nuova norma e hanno deciso di cambiarsi i vestiti. Ma 67 di loro si sono categoricamente rifiutate di abiurare e pur di non rinunciare all’abito tradizionale sono tornate a casa. A tracciare il bilancio del primo giorno di scuola oltralpe è stato il ministro dell’Istruzione Gabriel Attal, il quale, parlando con Bfmtv, ha tirato le somme, spiegando: «Ne è seguita una fase di spiegazioni, dialogo, pedagogia. E una maggioranza molto ampia si è conformata alla regola».
Francia, divieto di abaya al via: in 67 non ci rinunciano
Tranne 67 persone, come detto, che si sono rifiutate di togliere l’abaya. Pertanto, in conformità con le nuove regole, sono rientrate a casa loro. Attal però non molla, e si dimostra ottimista. Al punto che dichiara di confidare nel fatto che il nuovo divieto venga presto accettato da tutti. «Nei prossimi giorni torneranno – conclude quindi il ministro dai microfoni dell’emittente francese – perché devono essere scolarizzate. E vedremo se si saranno conformate alla norma oppure no. Altrimenti, ci sarà un nuovo dialogo». Nel frattempo, è attesa per i prossimi giorni la pronuncia del Consiglio di Stato riguardo al nuovo divieto, dopo che l’associazione per i diritti dei musulmani ha presentato ricorso, considerando anche i tempi record in cui è stato introdotto il provvedimento.
Le studentesse che si sono presentate in abaya, pur di non cambiarsi sono tornate a casa
E non solo. Lo stesso presidente francese Emmanuel Macron, parlando in diretta sul media online HugoDecrypte, in un’intervista trasmessa su Youtube e TikTok, dopo aver ribadito un fermo no nella scuola laica di simboli religiosi, si è detto aperto a «sperimentare» le uniformi nelle scuole. Un’altra opzione sperimentale, ha dichiarato il leader transalpino e riferisce nel dettaglio il sito Today.it, «potrebbe essere che i bambini indossino abiti simili, come un paio di jeans, una maglietta e una giacca».
E ora Macron pensa all’uniforme per tutti…
Poi, tenendosi sul generico ha aggiunto: «Certamente possiamo avere cose che siano più accettabili per gli adolescenti (rispetto alle uniformi)», ha detto Macron. Liquidando poi la questione commentando in chiusura: «Potrebbe sembrare un po’ meno severo dal punto di vista disciplinare». Ma l’opzione è ancora in fieri: il presidente non ha fornito ulteriore dettagli su date e avvio dell’esperimento. Intanto, però, alcune scuole private già stanno suggerendo agli studenti di cominciare a pensare di indossare le uniformi.