Cpr, la gaffe della sinistra sui 5000 euro, il Viminale: “Leggete bene, non riguarda le persone nei centri”
“La scelta di far pagare una sorta di cauzione per non essere rinchiuso in un Cpr è l’ennesima tappa di uno spettacolo indegno di un governo sconvolgentemente inadeguato. Un governo che si comporta da scafista”. A dare fuoco alle polveri è Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione del Pd, che attacca Palazzo Chigi per la notizia della somma di 5000 euro prevista per il richiedente asilo che voglia evitare il trattenimento. In un tam tam virale le opposizioni, dem in testa ma anche grillini e verdi, vanno all’attacco ad alzo zero. Peccato che la notizia sia falsa. “L’idea della cauzione – incalza Majorino – è grave sul piano dei principi, determinando, perfino tra i migranti rimpatriabili, migranti di serie A e migranti di serie B. E paradossale su quello degli effetti, perché il migrante da espellere inserito in reti illegali avrà più mezzi del migrante più marginalizzato e privo di tutto. Infine è una strada che insospettisce”. Ce n’è abbastanza per sollevare un nuovo polverone che tiene impegnati per tutta la giornata le menti illuminate del centrosinistra.
Cpr, la sinistra: il governo come gli scafisti
Nicola Fratoianni non si dira indietro. “Volevano dar la caccia in tutto il globo terracqueo agli scafisti, ma si comportano come loro, taglieggiando qualche migliaio di euro. Cinquemila euro per il richiedente asilo che voglia evitare il centro di trattenimento. Non ce la fanno, è più forte di loro: anche la richiesta di asilo diventa una questione di censo”. La capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera, Luana Zanella, non è da meno e chiede alla premier Meloni lumi anche su chi avrà il compito di gestire i nuovi centri per la permanenza per il rimpatrio. “Non è chiaro, e questo ci suscita molta preoccupazione, se le aree siano pensate a tutti gli effetti come militari, anche nella gestione successiva alla loro realizzazione con tutte le conseguenze di questo status. Meloni chiarisca immediatamente”.
Il Viminale chiarisce: è una misura per evitare fughe
In serata fonti del Viminale spiegano il presunto giallo, ma in fondo alle opposizioni bastava leggere bene. Come è noto, nel decreto ‘Cutro’ è prevista una nuova procedura accelerata di frontiera. E la disciplina per il trattenimento dello straniero richiedente protezione internazionale proveniente da Paese sicuro, finché la procedura non si sia conclusa. “In conformità a quanto richiesto dalla direttiva 2013/33/Ue” il decreto legge prevede che il trattenimento può essere disposto se il richiedente non ha consegnato il passaporto o altro idoneo documento equipollente ovvero qualora non abbia prestato idonea garanzia finanziaria”. La somma di 5mila euro, dunque, “è garanzia, mira a scongiurare il rischio di fuga, rivestendo il carattere di deposito cauzionale“.
“La cauzione non riguarda le persone trattenute nei centri”
Peraltro – spiegano le stesse fonti – “per evitare la possibilità di garanzie strumentali, è stata esclusa la possibilità che la garanzia venga prestata da terzi o da associazioni del terzo settore. E che sia prestata in contanti ma solo mediante “fideiussione bancaria o assicurativa”. E ancora: “La cauzione non riguarda in alcun modo i soggetti trattenuti nei centri di permanenza e rimpatrio. La cauzione dei 4.938 euro riguarda esclusivamente i richiedenti asilo provenienti da ‘Paesi sicuri’. Per i quali si applica la nuova procedura accelerata di frontiera prevista dal decreto ‘Cutro’. Per questi richiedenti asilo è previsto il trattenimento in strutture dedicate fino alla valutazione definitiva dell’istanza. E della eventuale fase cautelare del ricorso, entro il termine massimo di 4 settimane”.