Calabria, affari sui cadaveri riesumati nel cimitero “parallelo” creato a Cittanova: sedici arresti
Un cimitero parallelo a Cittanova, in provincia di Reggio Calabria, con sepolture e traslazioni organizzate da un gruppo criminale. E’ in corso dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione dell’Arma dei carabinieri, nelle province di Milano, Vicenza e Reggio Calabria, nella quale i carabinieri del Gruppo carabinieri di Gioia Tauro hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare emessa dal Tribunale di Palmi su richiesta dalla locale Procura della Repubblica, coordinata e diretta dal Procuratore Emanuele Crescenti. Il provvedimento è stato emesso nei confronti di 16 indagati ritenuti, a vario titolo, coinvolti in operazioni illecite celate dietro la regolare gestione di un cimitero comunale in provincia di Reggio Calabria
Ad essere ritenuti al vertice dell’associazione, quattro degli indagati, ossia l’ex custode del cimitero, oggi in pensione, e tre imprenditori locali, amministratori di due imprese di onoranze funebri. Secondo quanto sostenuto dagli inquirenti, i quattro, tutti sottoposti alla custodia cautelare in carcere, avrebbero creato un sistema di ‘gestione parallela’ a quello dell’Ente locale. Gli indagati avrebbero proceduto per anni ad estumulazioni non autorizzate, distruggendo o spostando in altri loculi le salme dei defunti, per far posto a nuove sepolture. I dettagli dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa che il Procuratore della Repubblica di Palmi terrà presso il Comando Provinciale dei carabinieri.
Il cimitero parallelo: i nomi degli arrestati
Ad essere arrestati in carcere sono, Antonino Albanese, Serafino Berlingeri, Francesco Galluccio ,Salvatore Ligato . Ai domiciliari invece, Bruno Barillaro, Giuseppe Borelli, Osvaldo Casella, Francesco Curulla , Maria Cutrì Francesco Falleti. Vincenzo Ferraro, Salvatore Foti, Girolamo Franconeri, Domenico Mazzaferro, Arcangelo Padovano e Antonio Russo.
Se anche la morte diventa un business per il crimine
L’operazione della Procura di Palmi disvela un mondo affaristico parallelo inquietante. Sul “caro estinto” e cioè sui giri di soldi che da sempre, purtroppo, gravitano anche dinanzi alla morte è risaputa la commistione tra imprese di pompe funebri e vere e proprie “vedette”(in genere operatori sanitari) che in alcune città ha portato ad inchieste giudiziarie ma l’esistenza di un vero e proprio sistema cimiteriale abusivo lascia esterrefatti.