Anche i ricchi imbrogliano: la Germania trucca i bilanci. E la Corte dei Conti bacchetta Scholz
Proprio come le stagioni, anche le Germanie (un tempo erano veramente due) non sono più quelle di una volta. A dar retta alla Corte dei Conti tedesca, infatti, pare che a Berlino trucchino i pubblici bilanci meglio di quanto non riuscisse ai greci di dieci anni fa. Risultato: il governo socialdemocratico del cancelliere Olaf Scholz dovrà forse rivedere l’impostazione della manovra economica se non vuol farsi ridere dietro dal resto dell’Europa. E sì, perché la Germania colta in fuori gioco dai suoi stessi giudici contabili è la stessa che insieme ad Austria e Finlandia si accinge a bacchettare le “cicale” mediterranee, a partire ovviamente dall’Italia, in sede di riforma del Patto di stabilità della Ue.
La Germania è la capofila dei falchi Ue
Soprattutto, pretenderà di riesumare il parametro del 3 per cento nel rapporto tra deficit e Pil. Peccato che dopo la reprimenda della Corte dei Conti non abbia più la stessa credibilità per imporlo. Basta leggere i numeri per capirlo: il deficit tedesco, previsto allo 0,4 per cento, schizzerà infatti al 2,4 per cento. In numeri assoluti significa un disavanzo reale di 85,7 miliardi in luogo dei 16,6 dichiarati. Un inghippo reso possibile dai cosiddetti fondi speciali, i Sondervermoegen inventati dai governi di Angela Merkel al tempo del Covid. I fondi speciali sono un artificio contabile (un imbroglio se li avessimo inventati noi) per aggirare il «freno al debito».Un must per la Germania, nazione che per prima ha fissato l’obiettivo dello “zero deficit” in Costituzione.
Oggi il ministro Lindner presenta la manovra per il 2024
Grazie al trucco, invece, i Sondervermoegen non gravano sul disavanzo fino a quando il governo non li spende. È li che si trovano, ad esempio, i 100 miliardi appostati per la Bundeswehr (l’esercito crucco), ma di cui ne è stato speso uno solo, così come i 200 miliardi (utilizzati 55) da utilizzare in funzione anti-crisi energetica. I rilievi dei magistrati contabili hanno avuto grande eco in Germania. Ne terrà conto il ministro delle Finanze Christian Lindner, il falco liberale capofila dei rigoristi in patria e fuori, che oggi presenterà la manovra finanziaria per il 2024? Non è scontato. Così come è scontato che una Germania così poco severa con se stessa sui vincoli di bilancio abbia davvero pochi titoli per fare la paternale agli altri.