Migranti, Scholz: “L’Italia non può essere lasciata sola”. Oggi l’incontro con Meloni
Nel giorno in cui arriva a Roma per una visita istituzionale durante la quale incontrerà il premier Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ribadisce la solidità delle relazioni tra Italia e Germania: “Sono strette e basate sulla fiducia”, dice, chiarendo che “questo non vale solo per i nostri Paesi e le nostre società, ma anche per la cooperazione con il governo italiano”. “Lavoriamo bene insieme a livello dell’Ue, nell’ambito della Nato e del G7”, ha chiarito Scholz, che con Meloni oggi affronterà i temi del “Piano di azione italo-tedesco”, del quale i due leader – secondo le anticipazioni – annunceranno insieme la fine dei lavori preparatori, in vista della firma che si terrà in autunno nel corso di un vertice intergovernativo in Germania. Ma ci si aspetta che i colloqui tocchino anche i temi cruciali dell’agenda Ue, a partire dai migranti. Dunque, non solo relazioni “strette” non solo in ambito internazionale, ma sempre più robuste anche in ambito bilaterale, come del resto chiarito anche dal precedente incontro dei due a febbraio, quando fu Meloni a recarsi da Scholz.
Scholz: “Sui migranti non possiamo lasciare soli l’Italia e gli altri Paesi mediterranei”
“Ovviamente ci sono problematiche e sfide cui Italia e Germania guardano da prospettive diverse”, ha detto Scholz in una lunga intervista con il Corriere della Sera, nella quale però ha anche chiarito che su alcune questione le posizioni sono meno distanti di quanto si pensi. Una su tutte: il tema della migrazioni. Alla domanda di Paolo Valentino, che firma l’intervista, sulle divergenze di vedute tra Roma e Berlino, il cancelliere ha infatti risposto chiarendo che “Italia, Grecia e gli altri Paesi mediterranei affrontano una sfida enorme, poiché il numero dei rifugiati che arrivano ai loro confini è in aumento. Non possiamo lasciare l’Italia e gli altri Paesi da soli, ma dobbiamo adottare un approccio di solidarietà e responsabilità”. Ieri, anche la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, aveva sottolineato che la questione migranti esige “risposte”, poiché “per molti europei è il tema numero uno”.
La necessità di “lavorare con i Paesi d’origine e di transito”
“La Germania – ha aggiunto – da parte sua è particolarmente colpita dall’immigrazione secondaria: lo scorso anno non solo più di un milione di donne e uomini provenienti dall’Ucraina sono fuggiti nella Repubblica Federale, ma anche 230mila rifugiati provenienti da altri Paesi sono venuti da noi, nonostante non abbiamo un confine esterno dell’Ue. Pertanto, abbiamo bisogno di una distribuzione solidale di responsabilità e competenza fra gli Stati membri dell’Ue nonché del rispetto degli standard per chi richiede protezione nelle procedure di asilo e di integrazione negli Stati dell’Ue”. “Il mio governo – ha aggiunto – è fortemente impegnato in una riforma del Sistema europeo comune d’asilo (Ceas, ndr ) e a nostro avviso ciò richiede ulteriori sforzi a livello comunitario per rendere più efficaci il controllo e la protezione delle frontiere esterne, in modo umano e nel rispetto delle regole vigenti. Sulla forma esatta delle proposte, intense discussioni sono in corso a Bruxelles e anche la Germania vi contribuisce. Inoltre, proponiamo di lavorare con i Paesi d’origine e quelli di transito per ridurre in modo sostenibile gli arrivi irregolari e consentire invece vie d’accesso legali. Questo non è in contraddizione con la posizione dell’Italia”.