Travolto dalle polemiche per i 2.000 reperti spariti si dimette il direttore del British Museum

26 Ago 2023 14:03 - di Redazione

L’ultimo atto della clamorosa sparizione di 2.000 reperti antichi dal prestigioso British Museum, la telenovela che sta imbarazzando i vertici culturali della Gran Bretagna, sono le dimissioni del direttore del Museo, Hartwig Fischer. Dimissioni che, però, non restituiscono al British Museum, la preziosa collezione saccheggiata durante anni di incuria.

In tutto sono circa duemila le opere del British Museum sottratte, andate perse o danneggiate, anche se alcuni di questi tesori hanno iniziato a essere recuperati, ha ammesso il presidente dell’istituzione britannica, George Osborne.

“Sistemeremo questo pasticcio”, ha affermato Osborne, arrivato al museo nel giugno del 2021, e che, in passato, era stato Cancelliere dello scacchiere.

“Si sarebbe potuto fare di più”, ha ammesso in una intervista alla Bbc dopo che, nel febbraio del 2021, erano emerse le prime voci sulle sparizioni.

Osborne detto di essere fiducioso che le “persone oneste” restituiranno gli oggetti che sono stati rubati, ma ha riconosciuto che “gli altri non si ritroveranno”

Un dipendente del museo, sospettato di essere coinvolto, è stato licenziato. E il direttore del Museo, Hartwig Fischer, ha accettato di dimettersi dopo aver ammesso che l’inchiesta di due anni fa è stata un pasticcio.

Lascerà il posto una volta nominato un suo sostituto ad interim al British Museum.

Le opere sottratte, che vanno dal XV secolo a.C. al XIX secolo d.C., erano conservate a scopi di ricerca e accademici.

“Siamo stati vittima di furti per un lungo periodo e si sarebbe potuto fare di più per prevenirli”, ha convenuto Osborne.

I reperti scomparsi dal British Museum fanno parte della collezione dell’istituzione aperta nel 1753 e che conta otto milioni di pezzi, di cui solo 80mila sono esposti.

Il problema è che, come capita spesso, non tutte le opere sono “catalogate e registrate in modo appropriato”.

Il problema è nato proprio qui: “qualcuno al corrente di cosa è registrato e cosa no può aver tratto vantaggio da questa situazione”, ha concluso Osborne.

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