Santanchè reagisce alla campagna contro di lei: «Alla fine qualcuno mi dovrà chiedere scusa»

23 Ago 2023 16:34 - di Girolamo Fragalà
santanchè

«Qualcuno non sarà contento, Ma credo che sia impossibile parlare di bancarotta perché – quando si parla di bancarotta – bisogna avere un fallimento. E non c’è nessuna azienda di Visibilia che in questo momento può fallire». Ad affermarlo è il ministro del Turismo Daniela Santanché a “Filorosso” su Rai 3. «Ci rivedremo a settembre e magari qualcuno dovrà chiedere scusa, mi auguro».

Santanchè: «Non partecipo al processo mediatico»

«Comunque», aggiunge, «non partecipo a questo processo mediatico. Partecipo in Tribunale, sono sicura che la magistratura farà quello che deve fare. Ma sono assolutamente tranquilla perché nella mia vita ho sempre lavorato con grande impegno». Arriva la solita domanda: in caso di rinvio a giudizio prenderà in considerazione l’ipotesi di dimettersi? Il ministro sottolinea: «Non penso al rinvio a giudizio, su cosa? Ho detto che se non c’è fallimento non ci può essere la bancarotta. Non partecipo a questo processo mediatico, mi auguro che quando tutto finirà gli stessi titoloni che hanno fatto alcuni giornali li faranno nella stessa maniera per dire qual è stato l’esito della vicenda. Mi auguro semplicemente questo».

Turismo: «Paragonare Italia ad Albania è prematuro»

«Il Governo deve mettere nelle migliori condizioni affinché chi investe nel turismo faccia offerta per tutte le tasche. Ci sono stati degli eccessi ma non possiamo paragonare l’Italia all’Albania con tutto il rispetto per l’Albania», aggiunge la Santanchè. «Forse ci metterà 10 anni per arrivare al nostro punto di qualità, di ospitalità del nostro settore del turismo. Paragonare l’Italia all’Albania è un po’ prematuro. Certo le sfide che ci attendono sono tantissime perché ci sono tanti paesi che avanzano».

Santanchè: si vince con la squadra

«L’Italia deve tornare ad essere prima in questo settore, un posto che abbiamo avuto fino al 2000. Questo governo sta lavorando insieme alle regioni e i comuni perché si vince con la squadra. Sicuramente -osserva il ministro – c’è qualcuno che ne approfitta ma dobbiamo essere anche obiettivi nell’analisi: se vado al ristorante e le trofie le pago 18 euro, che può essere tanto, tantissimo ma se il mercato decide che in quel ristorante c’è un pubblico che vuole pagare 18 euro il piatto di trofie non è che lo Stato deve intervenire su questo».

 

 

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