Ricordo di Umberto Boccioni, il genio calabrese che accese il futurismo: morì il 17 agosto di 107 anni fa
Umberto Boccioni visse solo 34 anni. Un’inezia. Tanto, se si considera che ancora oggi, e proprio oggi che sono passati 107 anni dalla sua dipartita, è un mostro sacro della cultura italiana, capostipite del futurismo. Reggino, pittore, scultore, scrittore, animatore insieme a Filippo Marinetti del famoso Manifesto tecnico del movimento futurista che, partito dall’Italia nel 1910, avrebbe conquistato il mondo. Un grande uomo del Novecento.
Una vita tribolata
Descrivere la breve vita di Umberto Boccioni sarebbe impossibile. Nato a Reggio Calabria nel 1882,si trasferì dopo le scuole elementari nel centronord. Poi i primi viaggi a Parigi e l’incontro con l’arte. L’adesione al futurismo e l’incontro con Balla, Carrà, Russolo, Severini, lo consacrano come grandissimo artista.
Nella sua visione futurista i soggetti della rappresentazione erano la città, le macchine, la caotica realtà quotidiana. Nelle sue opere, Boccioni seppe esprimere magistralmente il movimento delle forme e la concretezza della materia. Benché influenzato dal cubismo, cui rimproverò l’eccessiva staticità, Boccioni evitò nei suoi dipinti le linee rette e adoperò colori complementari. In quadri come Dinamismo di un ciclista, o Dinamismo di un giocatore di calcio , la raffigurazione di uno stesso soggetto in stadi successivi nel tempo suggerisce efficacemente l’idea dello spostamento nello spazio. Simile intento governa del resto anche la scultura di Boccioni, per la quale spesso l’artista trascurò i materiali nobili come marmo e bronzo, preferendo il legno, il ferro e il vetro. .
I suoi dipinti, come Il Lavoro, troveranno il favore della critica.
La morte in guerra
Arruolatosi nella Grande Guerra, Umberto Boccioni muore il 17 agosto del 1916, non avendo ancora compiuto 34 anni, per le conseguenze di una caduta accidentale da cavallo. La caduta era avvenuta il giorno prima durante un’esercitazione militare, in località Sorte a Chievo, frazione di Verona, dove oggi si trova la sua lapide commemorativa, in una stradina immersa nella campagna.
Una parentesi luminosa: l’amore tra Boccioni e Colonna
Nel giugno del 1916 Umberto Boccioni conosce la marchesa Vittoria Colonna Caetani. Sarà un amore travolgente che durerà appena un mese e mezzo sino alla sua morte. Su questa storia, Marella Caracciolo Chia ha scritto un bellissimo libro “Una parentesi luminosa” pubblicato da Adelphi.