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Dal cinema muto al futurismo. Chi era Jia Ruskaja la “dea danzante” che fece una speciale dedica al Duce

Dal cinema muto al futurismo. Chi era Jia Ruskaja la “dea danzante” che fece una speciale dedica al Duce

Cronaca - di Redazione - 17 Agosto 2023 - AGGIORNATO 17 Agosto 2023 alle 15:11

Esotica, affascinante, volitiva, diva del cinema muto prima di essere amata dalle star del futurismo, da Balla a Depero, a Prampolini. Natali russi e illustri (era nata a Kerc, in Crimea, figlia di un ufficiale dell’esercito dello zar), fuggì adolescente dalla Rivoluzione di Ottobre attraverso il Mar Nero, Costantinopoli, la Grecia, l’Egitto per approdare in Inghilterra. Aveva solo 18 anni e in una intervista dichiarò convinta: “E’ un romanzo la mia vita… e sono così giovane”.

Gianluca Bocchino, giovane ricercatore e musicologo, ha dedicato oltre 5 anni di studi e accurate indagini su fonti e materiali inediti per decriptare l’enigma Jia Ruskaja, ‘Io sono russa’, fondatrice dell’Accademia Nazionale di Danza, unica istituzione coreutica in Italia, con il prezioso volume ‘Jia Ruskaja. La dea danzante’, sostenuto dal Mic- Spettacolo dal Vivo.

“Diva e icona glamour della danza libera italiana, Evgenija Fedorovna Borisenko, questo il suo vero nome, ha saputo instaurare, nel corso della sua esistenza, rapporti pubblici e privati con le maggiori personalità della cultura coreutica, artistica e politica nazionale e internazionale – ha raccontato all’Adnkronos Gianluca Bocchino- Pur non essendo una danzatrice di formazione, ha sempre percorso con disinvoltura gran parte degli anni del Futurismo, per ritrovarsi regina della danza del ventennio fascista, con disappunto e sdegno di una parte della critica militante. Eppure- ha aggiunto l’autore – non senza qualche difficoltà Jia Ruskaja è riuscita a superare la seconda guerra mondiale ritrascrivendo la sua e le altrui vite nel solco degli anni repubblicani come dimostrano le foto che la ritraggono accanto ai ministri Martino, Andreotti, Moro nei giardini dell’Accademia Nazionale di Danza sull’Aventino”.

Certo Jia Ruskaja aveva un fiuto particolare e sapeva circondarsi di tutte quelle personalità che contavano, soprattutto quelle che detenevano il potere politico e culturale, ma anche quello religioso. “Era una donna intelligente, perseguiva obiettivi e sapeva portare a termine progetti, non amava improvvisare – ha proseguito Bocchino- Seppe sfruttare la sua bellezza, e colmare quei vuoti che esistevano in Italia, soprattutto in ambito tersicoreo. Indubbiamente in quegli anni l’allora governo fascista la aiutò e la sponsorizzò, come dimostra il suo libro con dedica a Mussolini, ‘La danza come modo di essere’, che recentemente ho trovato in una piattaforma on line al prezzo di 8mila dollari”.

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di Redazione - 17 Agosto 2023