La Rackete “sperona” pure la sinistra tedesca, rivolta contro la sua candidatura: “Spaventa gli elettori”
Pare che Carola Rackete stia “speronando” anche il partito ultraprogressista Die Linke (La sinistra), per il quale ha annunciato di voler correre alle prossime Europee. Insomma, Carola Rackete ha stufato anche la sinistra tedesca che ora è in rivolta contro di lei. Sempre divisiva. A osteggiarla è stato in particolare Tagesspiegel Klaus Ernst, parlamentare della Linke e presidente del movimento dal 2010 al 2012. Ha tuonato contro la proposta di candidare la “capitana”: “Non è affiliata al partito. E questo dimostra ulteriormente l’ottusità della leadership politica”. Per lei la strada che la porterà alla candidatura è lastricata di ostacoli. Ha annunciato a metà luglio di volersi candidare. Ma il placet dovrà essere ufficialmente confermata in un congresso del prossimo novembre. Ma – riporta un retroscena del Giornale- si stanno già mettendo in moto i “malpancisti” tedeschi. La sinistra di Die Linke non ha digerito l’iniziativa di avere convocato una conferenza stampa per annunciare la sua discesa in campo.
La sinistra tedesca è stufa della Rackete
Fin qui niente male. Il fatto è che con la stessa “grazia” con cui ha speronato la motovedetta italiana, ha urtato la linea politica di quel partito. Esprimendo “posizioni difficilmente compatibili con il programma della Linke”. Il programma della Rackete infarcito di ideologismo, di immigrazionismo spinto ha creato imbarazzi. La sua chiamata a un’alleanza anti-fascista, passando per la socializzazione delle grandi compagnie di petrolio, gas e carbone, ha del demenziale. Giorni fa era stato Francesaco Borgonovo sulla Verità a dare conto di come la “Capitana verde” abbia fatto irruzione in maniera scomposta sulla scena politica tedesca: «Alle elezioni 2024 corro da indipendente con Die Linke. Punto alla socializzazione delle compagnie dei combustibili fossili», ha detto a Repubblica. «Se vogliamo fermare la crisi climatica, dobbiamo ritenere responsabili i responsabili. Mi spiego: le grandi compagnie di petrolio, gas e carbone che hanno causato la crisi climatica, devono essere socializzate». «Vanno presi i profitti che hanno fatto derubando la Terra e vanno distribuiti per finanziare la transizione ecologica». “Sono esattamente dichiarazioni tronfie di questo genere ad aver fatto indispettire la componente della Linke”, scrive l’editorialista. I suoi detrattori la indicano come «rossobruna» e «sovranista».
Rackete sta scassando il partito per cui vuol candidarsi
Sta nascendo, dunque, una diatrioba tra l’ex capitana della Sea Watch 3 e i seguaci di Tagesspiegel Klaus Ernst che stanno scassando gli equlibri del partito di ultrasinistra. Tra l’altro c’è una vecchia ruggine tra i due: la Rackete aveva in passato criticato la nomina di Klaus Ernst alla presidenza della Commissione per la protezione del Clima nel 2021. Ma questa guerra interna scatenata dalla capitana rischia di far “affondare” Linke, che già non gode di buoni risultati elettorali nei sondaggi registrati. Inoltre il partito soffre da tempo di un possibile scissione, visto che la capogruppo parlamentare, Sahra Wagenknecht, ha posizioni più restrittive sull’immigrazione e contempla da tempo una possibile scissione dal partito.
Die Linke sull’orlo del collasso. Il colpo di grazia della Rackete
Insomma, c’è un clima da lunghi coltelli e la presenza della Rackete metterebbe il carico da undici nelle divisioni: “Rackete sarebbe più che altro uno spavento per gli elettori e un regalo per l’ultra-destra dell’Afd”, ha detto al Tagesspiegel il deputato della Linke Alexander Ulrich – riporta il Giornale -: lasciando intendere che le posizioni dell’attivista potrebbero allontanare ancor più i simpatizzanti del partito. progressista. Nel corso della sua conferenza stampa sconclusionata ha detto di volere “salvare l’Europa”. E’ già tanto se riuscirà a salvare Die Linke dal disastro.