Intercettazioni, quasi il 70% degli italiani vuole una stretta: uso distorto e privacy chiedono risposte
Il 68% degli italiani auspica una più stringente regolamentazione dell’uso delle intercettazioni, con una variazione di appena sei o sette punti in meno o in più quando il campione viene suddiviso tra “simpatizzanti e non” del governo. Il dato emerge da un recente sondaggio Demos, presentato oggi su Repubblica da Ilvio Diamanti.
Il sondaggio sulle intercettazioni: per il 68% servono regole più stringenti
Nello specifico alla domanda generale su come definirebbero le intercettazioni, il 54% degli intervistati ha risposto che “sono uno strumento di indagine importante, ma vanno meglio regolamentate per evitare che vengano utilizzate in modo distorto”. Un altro 14% poi ritiene che “sono un problema per la riservatezza e la libertà delle persone e vanno quindi limitate ai reati più gravi, come mafia e terrorismo”. Si fermano invece al 30% quelli che ritengono, invece, che “sono uno strumento di indagine fondamentale e i magistrati devono avere ampia libertà nel loro utilizzo”, mentre il 2% non sa o non risponde.
Qualche punto di oscillazione Tra “simpatizzanti e non” del governo
Disaggregando le risposte per orientamento politico nei confronti del governo emerge uno slittamento di qualche punto, che non cambia la sostanziale preoccupazione della grande maggioranza degli italiani rispetto a un utilizzo indiscriminato dello strumento. Fra gli elettori che assegnano al governo un punteggio insufficiente, dunque attestato tra 1 e 5, la quota di quanti auspicano una migliore regolamentazione si attesta al 50% e quella di quanti ritengono necessaria una stretta radicale all’11%. Dunque, anche fra gli elettori di sinistra, il 61% riconosce la criticità delle intercettazioni. Arriva invece al 37% la quota di chi ritiene che i magistrati non debbano avere vincoli. Fra gli elettori di centrodestra si registra una oscillazione simile, ma inversa: il 54% chiedere più regole; il 16% regole molto stringenti; il 24% non pone limiti ai margini di manovra dei magistrati.
Le opinioni sulle intercettazioni in base all’orientamento di voto per i partiti
Entrando ancora più nel dettaglio si vede che fra gli elettori di FdI prevale la posizione “mediana”, che si attesta al 64% a fronte del 17% di quanti chiedono maglie strettissime e del 19% di quanti non pongono limiti. Interessante notare, poi, come fra l’elettorato FdI non ci sia chi non assume una posizione. Fra gli elettori della Lega la posizione intermedia è assunta dal 46% degli intervistati, mentre le altre due si attestano rispettivamente al 14 e 30%, il 10% non sa o non risponde; fra quelli di Forza Italia nel mezzo si colloca il 37% del campione, la quota di quanti chiedono regole rigide arriva al 27% e quella di quanti sono per la totale libertà dei magistrati al 29%, il 7% non offre opinione. Spostandosi a sinistra, il 51% degli elettori Pd chiede regole, il 10% regole molto stringenti e il 38% libertà totale per i magistrati, l’1% non risponde. Infine, gli elettori M5S: nel mezzo si colloca il 40%, le altre due posizioni riscotono rispettivamente il 9 e il 51%. Anche qui nessuno risponde “non so”.