Cinema, da Liliana Cavani un appello a Sangiuliano: «Più storia del ‘900 nelle scuole»
Qualche mese fa, in occasione del conferimento del Leone d’oro alla carriera da parte dell’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano la salutò come «una delle più importanti espressioni del cinema italiano» e definì la sua opera di regista «un inno alla libertà» Oggi che quel premio va a ritirarlo personalmente, Liliana Cavani (è di lei che scriviamo) sente di rivolgere un accorato appello al responsabile del Mic.
La Cavani oggi riceverà il Leone d’oro alla carriera
«Cosa chiederei al ministro Sangiuliano – confida infatti all’Adnkronos – ? Di fare più comunicazione nelle scuole per insegnare la storia, che è il centro di tutto ed è importantissima per noi. Quella del Novecento è stata tutta filmata, esistono immagini di una parte della Prima guerra mondiale e di tutta la Seconda. E poi ci sono tanti documentari da vedere, che bisogna mostrare ai ragazzi». Liliana Cavani ha oggi 90 anni, un’età che la rende testimone preziosa di un secolo che tra le sue innumerevoli luci e le sue pesantissime ombre ha forse più di ogni altro segnato in profondità l’umanità. Un appello, il suo, che trova fondamento nella necessità di esplorare le profondità ancora nascoste della nostra storia, intendendo per “nostra” soprattutto quella europea.
Tanti i suoi capolavori portati sul grande schermo
È infatti proprio a metà del Novecento e proprio in conseguenza dei nuovi equilibri geopolitici usciti dall’ultimo conflitto mondiale che il Vecchio Continente perde dopo due millenni di incontrastata egemonia la propria centralità. Basterebbe questo a sottolinearne l’importanza. La Cavani ha rivolto l’appello al ministro Sangiuliano mentre era in partenza la mostra di Venezia, dove riceverà appunto il Leone d’oro alla carriera. «Bisognerebbe dedicare un pomeriggio alla settimana alla storia e ai documentari – ha concluso la regista de “Il portiere di notte” -. Oggi si legge anche poco, quindi direi che è fondamentale».