Celine uccisa a Silandro, convalidato l’arresto di Omer Cim. Il suo legale: “E’ sotto shock”
Il Gip di Bolzano, Alvise Dalla Francesca Cappello, ha convalidato l’arresto di Omer Cim, il ragazzo turco che è accusato di avere ucciso, il 13 agosto scorso a Silandro, in Alto Adige, la sua ex fidanzata, CelineFrei Matzohl. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. “Il ragazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere e per ora non sono state rilasciate dichiarazioni. Come sta? Domanda di riserva? E’ sotto shock, comprensibilmente”. Così l’avvocato Alessandra D’Ignazio, che assieme alla collega Claudia Benedetti difende Omer Cim, unico indiziato del femminicidio di oggi all’uscita dal carcere di via Dante a Bolzano al termine dell’udienza di convalida dell’arresto durata pochi minuti.
Omer Cim, 28 anni di origini turche, da anni in Alto Adige, già impiegato come macellaio in un’azienda di speck della Val Venosta e successivamente ‘factotum’ in un albergo sempre venostano ma recentemente licenziatosi, pare, per spendere il suo tempo a pedinare l’ex compagna, si trova in carcere perché fortemente sospettato di aver commesso l’omicidio di Celine.
L’omicidio di Celine
Il corpo della giovane donna, 21 anni, venostana di Corces ed impiegata da pochi mesi presso l’ufficio di Silandro del Suedtiroler Bauernbund (Unione agricoltori e coltivatori diretti sudtirolesi), è stato rinvenuto senza vita domenica mattina scorsa in via Molino a Silandro nell’appartamento del turco. La donna aveva denunciato a giugno l’ex compagno per il suo modo di fare violento e minaccioso. Proprio per questi motivi la ragazza aveva deciso di interrompere il rapporto affettivo accettando, a quanto pare, un ultimo incontro risultato purtroppo fatale. Sul corpo della donna sono presenti ferite profonde, anche all’altezza del collo, quasi sicuramente inferte da un coltello che è stato sequestrato dagli inquirenti: le prime informazioni parlano di una decisione di fendenti tra collo e corpo.
Omer rischia l’ergastolo
Il giovane turco, in base alle disposizioni del codice di procedura penale entrate in vigore qualche anno fa, non potrà chiede il giudizio abbreviato per l’imputazione di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Gli resta la solita strada della seminfermità mentale che, probabilmente, i suoi avvocati staranno vagliando: è l’unica possibilità per evitare il carcere a vita ed è diventata da decenni un’abituale consuetudine giudiziaria.