“Andiamo a saccheggiare Oxford Street”: dopo il video su TikTok in centinaia assaltano i negozi
Panico a Oxford Street, la più famosa via dello shopping di Londra. Centinaia di ragazzi sono discesi in massa sull’affollatissima strada, raccogliendo l’invito al saccheggio dei negozi arrivato dai social. Tutto è cominciato con video diventati virali su TikTok, che poi li ha rimossi. L’invito era a ritrovarsi alle tre di mercoledì pomeriggio per saccheggiare un noto negozio di sport a Oxford Street, la via dello shopping più popolare d’Europa, mezzo milione di visitatori al giorno. Uno dei video consigliava ai giovani di indossare passamontagna e guanti e non portare armi, aggiungendo: «Non venite se non potete darvela a gambe».
L’assalto a Oxford Street gestito come una rivolta
Molti ragazzini infatti hanno il volto coperto, come emerge dalle immagini, e indossano indumenti sportivi, scarpe da ginnastica e felpa di solito, quasi sempre con lo zaino sulla schiena. Nel branco ci sono molti teenager di età compresa tra i 13 e i 15 anni, e non mancano le coetanee, di solito più indietro rispetto a quelli che si comportano da teppisti e prendono di mira negozi e luoghi pubblici. Il fenomeno ha assunto ormai una portata nazionale e provocato anche la reazione del governo conservatore.
La ministra dell’Interno Suella Braverman ha chiesto il pugno di ferro contro questi raid, condannandoli con parole durissime sul social X (ex Twitter): “Non possiamo accettare che il tipo di anarchia che vediamo in certe città americane si verifichi nelle strade del Regno Unito”. Nel condividere sul suo profilo uno dei tanti filmati dell’assalto al negozio nel cuore di Londra ha aggiunto: “I responsabili devono essere rintracciati e incarcerati”.
Negli anni ’70 la chiamavano “spesa metropolitana”
La paura delle forze dell’ordine britanniche è che questi episodi si ripetano. Mentre anche nel resto d’Europa si guarda con preoccupazione a questo fenomeno che rischia di diventare facilmente esportabile in altre città dove le baby gang sono sempre più numerose e pericolose. E anche l’Italia guarda con comprensibile apprensione al fenomeno.