Alluvione Emilia Romagna, il governo lavora a pieno ritmo. Figliuolo convoca gli enti istituzionali
Il governo lavora a pieno ritmo per l’Emilia Romagna dopo i disastri provocati dall’alluvione. Nemmeno un minuto da perdere. Il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo ha convocato per il prossimo 24 agosto le Autorità e gli Enti regolatori della Regione. È una ulteriore tappa, dopo che Palazzo Chigi ha stanziato 4,5 miliardi di euro per la prima fase della ricostruzione emiliana. Un risultato che era era stato sottolineato da Giorgia Meloni . Uno degli obiettivi dell’Esecutivo è – oltre alla messa in sicurezza e alla ricostruzione delle infrastrutture – quello di risarcire tutti i privati che hanno subito danni. Un obiettivo, quindi, a largo spettro che include non solo la realizzazione delle opere nei luoghi devastati dalla tragedia climatica ma anche la volontà di procedere al ristoro dei privati non lesinando alcuna risorsa finanziaria.
Gli obiettivi di Figliuolo
La riunione tecnica disposta da Figliuolo è finalizzata a procedere all’elaborazione di un piano degli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione che tenga conto delle necessità prospettate dagli amministratori locali e delle priorità dettate dal quadro di situazione generatesi in seguito agli eventi alluvionali dello scorso maggio. L’incontro, che si terrà presso la sede della Regione Emilia-Romagna il 24 agosto, alle 10, si rende necessario per sottoporre l’insieme degli interventi a ulteriori verifiche preliminari, anche in ragione della complessità dei nuovi fattori climatici e idro- geologici che impattano sul reticolo idraulico e sui versanti collinari e montuosi.
La metamorfosi di Bonaccini
Come il capolavoro di Franz Kafka, il governatore emiliano Stefano Bonaccini ha subito una vera e propria metamorfosi dopo la mancata nomina a commissario straordinario per la ricostruzione. A differenza di Gregor Samsa, il protagonista del romanzo del grande scrittore praghese, Bonaccini non si è trasformato in un insetto ma in un acerrimo nemico di quella Giorgia Meloni più volte elogiata nelle prime ore successive alla catastrofe. La decisione di Palazzo Chigi di affidare al generale Figliuolo il commissariamento ha letteralmente cambiato la strategia di Bonaccini. Non più parole mielose all’indirizzo della Meloni ma accuse ingiustificate di immobilismo. Il “riformista” che parlava di collaborazione leale con l’Esecutivo ha lasciato il posto al manicheo che quotidianamente spara ad alzo zero. La risposta del governo è sui fatti: zero parole e concretezza. Con buona pace del signor “Gregor”, riformista del tempo che fu.