Via D’Amelio, 250 bambini colorano il luogo della strage del ’92: un inno alla bellezza e alla vita
Via D’Amelio oggi è un tripudio di colori. A 31 anni da quel maledetto boato di tritolo che uccise il giudice Borsellino e i suoi agenti di scorta, il luogo della strage (davanti all’appartamento della mamma del giudice) si trasforma in un luogo di speranza e di rinascita. Circa 250 bambini provenienti da vari quartieri di Palermo sono all’opera con i pennelli in mano.
Coloriamo via D’Amelio, da luogo di dolore a luogo di vita
Insegnanti, tutor e bambini sono tutti riuniti attorno all’ulivo, l’albero della pace, in via D’Amelio che da simbolo di morte diventa un luogo di colori, gioia e bellezza. È l’iniziativa ludico-educativa dal titolo “Coloriamo via D’Amelio: il 19 luglio per i cittadini di domani”, organizzata dal “Centro studi Paolo e Rita Borsellino”. Bambini e bambine, in nome della pace e della lotta alla mafia, diventano protagonisti di una giornata fatta di letture, musica, colori e bellezza.
L’iniziativa del Centro studi Palo e Rita Borsellino
E proprio la bellezza è il tema di quest’anno. Le attività dei giovani sono coordinate da Viviana La Rosa, docente di pedagogia dell’università Kore di Enna che si avvale di studenti e studentesse della facoltà. “Dobbiamo costruire memoria e i protagonisti sono i bambini. Che ovviamente non hanno vissuto come noi adulti quegli anni. E lo facciamo con un preciso progetto didattico che si manifesta con i giochi, i colori e la gioia di stare assieme”, spiega La Rosa. “Questo luogo deve da simbolo di morte deve diventare luogo di vita che continua”.
Sul luogo della strage anche i bimbi di una casa famiglia
Tante le associazioni coinvolte, tra i partecipanti acnche alcuni bambini provenienti da una casa famiglia, accompagnati con mezzi delle forze dell’ordine. L’intuizione di ridefinire il significato della strage di via D’Amelio nei valori della pace, di cooperazione fra i popoli e di cura educativa si deve a Maria Pia Lepanto e Rita Borsellino, madre e sorella, del magistrato ucciso. Quando dopo la ricostruzione della strada della strage del ’92, l’anno successivo vollero mettere a dimora una pianta d’ulivo proveniente dalla Terra Santa.