Schlein silura Cuperlo e piazza Zingaretti alla Fondazione Pd. Monta la fronda interna
«Cuperlo? Io non lo sapevo, l’ho saputo dai comunicati»: non nasconde il fastidio Simona Malpezzi, rispondendo alla domanda se la decisione della segretaria Elly Schlein di sostituire Gianni Cuperlo con Nicola Zingaretti alla guida della Fondazione Pd fosse stata condivisa.
Cuperlo fatto fuori dalla Fondazione Pd senza informare la dirigenza
Un avvicendamento mal digerito da tanti all’interno del Partito democratico e che sa montando: Come rivela Repubblica, «Cuperlo ieri non ha voluto commentare, ma chi lo conosce bene racconta che è rimasto stupito, che insomma avrebbe voluto proseguire. E nelle chat dem, da sinistra, fra i sostenitori del deputato triestino, ultimo segretario della Fgci, circola una battuta maligna, su Zingaretti (e Schlein): “Ma la segretaria ha affidato la Fondazione Pd al leader che si dimise dicendo peste e corna del partito, che si parlava solo di poltrone?”».
Su La Stampa emerge un’analisi ancora più impietosa e descrive la scelta della Schlein come rancorosa, prima ancora che lucidamente politica. «Paola De Micheli – scrive Carlo Bertini – una delle rivali, non è stata neanche cooptata in segreteria, così come Gianni Cuperlo. Al quale ha riservato un altro trattamento di favore. Togliendogli la guida della fondazione del Pd, che il pensatore della sinistra dem curava come una sua creatura». Il cronista de La Stampa traccia un quadro che va in contrasto con gli idillici quadretti mostrati dai giornali amici.
“Il magico mondo della Schlein? Una roba da impero romano”
«Il magico mondo del Pd regala tanti veleni al pari dell’impero romano dei tempi migliori. E tra questi c’è anche quello che la candidatura di Cuperlo alle primarie fu vissuta dalla Schlein e da tutti i suoi maggiorenni, come una candidatura di “disturbo”, visto che avrebbe pescato nello stesso bacino elettorale della sinistra progressista. E se ciò fosse un buon motivo per cambiare cavallo e dare all’ottimo Zingaretti una cadrega togliendola a Cuperlo, vorrebbe dire che tra le tante doti, la segretaria dem potrebbe vantare anche quella di essere un pizzico vendicativa. Come si addice ad ogni vero leader».
«A me dispiace molto per Cuperlo – aggiunge ancora più esplicitamente Malpezzi – perché ho visto come ha lavorato, niente contro Zingaretti ma mi dispiace davvero perché Cuperlo ha curato la fondazione come un po’ un pezzo di sé».
Da parte sua, la Schlein offre la versione più petalosa nella presentazione dell’ex governatore del Lazio come nuovo presidente della Fondazione Pd. «Un luogo in cui sviluppare un pensiero curioso, lungo e profondo e per promuovere un confronto che valorizzi il pluralismo interno, la cura delle nostre radici, guardando al futuro», dice la segretaria Pd. Quello che non dice è la stretta tattica politica: vendicarsi di Cuperlo e arruolare un ras del partito come Zingaretti, in vista della sua pressoché scontata candidatura l’anno prossimo all’Europarlamento.