Schlein fugge ancora: assente dall’Aula nel giorno nero del Pd. Furia dem: “Doveva incontrare Lula…”
Elly Schlein la fuggitiva. Assente ingiustificata nella giornata nera del Pd e della sinistra tutta, letteralmente esplosi nelle votazioni su utero in affitto. «Anche questa volta non c’è Elly?»: è la domanda retorica che si rivolgono tra loro molti dem sconcertati e imbarazzati dall’ennesima assenza. La segretaria del Pd sparisce dai radar nel giorno di una seduta importante: la Camera era chiamata a dare il via libera alla proposta di legge presentata da Carolina Varchi (Fdi) per rendere la pratica della maternità surrogata reato universale, anche se commessa all’estero. La presenza della Schlein sarebbe stata gradita dal suo parito, visto il tema divisivo. La segretaria sa benissimo che il tema spacca i suoi e che l’ala cattolica minaccia lo strappo. Il gruppo dei deputati del Pd lavora da giorni a una mediazione. E invece va in scena l’Armata Brancaleone, con vari strappi, e caos in Aula. Tra le opposizioni si è registrata persuino la scissine del Terso Polo in tre blocchi che hanno votato in difformità l’uno dall’altro. Tutto prevedibile, ma la Schlein ha rinunciato a presenziare a uno spettacolo indecoroso, come se ciò non la riguardasse. Ma nel corso della giornata monta lo sconcerto proprio tra i dem per l’assenza (l’ennesima) della segretaria in un passaggio parlamentare cruciale per il partito.
Pd, imbarazzo per la Schlein: “E’ andata in piazza per Zaki e qui non si è presentata”
“E’ andata in piazza per Zaki e qui non si è presentata”, è la frase più ricorrente tra i dem. E’ il Giornale a registrare in un gustoso retroscena la rabbia che serpeggia. Al Nazareno definiscono ironicamente le fughe della Schlein «assenze diplomatiche». I veleni nel Pd sono elemento ricorrente. «Avrà tanti impegni, forse starà incontrando Lula in gran segreto» commenta sarcastico un deputato dem. Un altro parlamentare del Pd commenta: «È il “lodo Schlein” (la fuga)». Secondo tali rumors, insomma, il fastidio per l’atteggiamento della segretaria si fa tangibile. E’ vero che la segretaria aveva delegato tutto a Chiara Braga, la capogruppo, a tenere il fronte su una tattica di mediazione con l’ala moderata del partito. Ma la cosa non ha funzionato. «In questi casi un segretario ci mette la faccia». Ma di Elly, nessuna traccia. A giudicare dal periodo di riposo dopo che si prese dopo le “faticose” primarie, ci sarebbe da ipotizzare che stavolta l’abbiano estenuata le trattive per la Rai. Le uniche parole della Schlein nella giornata nera dell’opposizione – divisasi anche sul caso Santanchè- sono state sul salario minimo.
Schlein la più assente tra i leader d’opposizione
Una segretaria “altrove”. Non è la prima volta che si trova da un’altra parte alla vigilia di giornate cruciali. In occasione delle comunicazioni del presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla vigilia del Consiglio europeo, a fine giugno, lei era a Bruxelles. Forse perché si parlava di guerra in Ucraina, dossier divisivo per il Pd. Per non parlare della sua postura sull’inceneritore di Roma. Sta diventando un’abitudine driblare momenti chiave, lasciando gestire le grane ai suoi. Del resto, i numeri parlano chiaro: i dati della Camera dei Deputati aggiornati al 30 maggio registrano una presenza per Elly Schlein del 29,4%. Ultima tra i leader dell’opposizione. Meglio di lei Giuseppe Conte al 48,5%; Fratoianni 71,8%; Enrico Letta 59,6%.