Salvatore Parolisi, in permesso premio, parla a “Chi l’ha visto”: «Sarà dura, la gente ha pregiudizi…» (video)

5 Lug 2023 18:08 - di Leo Malaspina

“Come va? E’ dura, il mio cognome non se lo dimenticano, poi c’è chi ha pregiudizi… Diranno, è già uscito… dopo dodici anni, eh…”. Un’intervista esclusiva a Salvatore Parolisi, in permesso premio. A ‘Chi l’ha visto?’, nella puntata di stasera alle 21.20 su Rai 3parla per la prima volta l’ex militare condannato in via definitiva per l’omicidio della moglie, Melania Rea. Parolisi, che ha scontato 12 dei 20 anni di carcere previsti dalla sentenza di condanna, può ora usufruire dei permessi giornalieri e lasciare la struttura carceraria dove è recluso. Nella puntata, come sempre, anche gli appelli, le richieste di aiuto e le segnalazioni di persone in difficoltà. 

Salvatore Parolisi e l’intervista a “Chi l’ha visto”

Nel maggio 2015 la condanna di Parolisi, che si è sempre dichiarato innocente, era stata ridotta da 30 a 20 anni: la Corte d’assise d’appello di Perugia  aveva applicato lo sconto previsto dal rito abbreviato scelto dall’ex caporalmaggiore. La Cassazione, confermando la sua responsabilità nel delitto, aveva infatti annullato l’aggravante della crudeltà. Mentre nel 2016 la Cassazione, respingendo un nuovo ricorso della difesa per la concessione delle attenuanti generiche, aveva definitivamente confermato la condanna a 20 anni di reclusione per Parolisi.

La reazione della famiglia di Melania Rea

Il fratello della vittima, Melania Rea, Michele, in un’intervista a Il Centro, s’è mostrato infastidito: “In tv ripeterà che è innocente, che non ha ucciso. Ma niente potrà cancellare quello che ha fatto. Pensare che lo dirà ancora una volta ci addolora e ci fa tanta rabbia. Può dire quello che vuole, ma ci sono tre sentenze, tre gradi di giudizio che stabiliscono che lui ha ucciso mia sorella lasciandola agonizzante, colpendola mentre la figlioletta era in macchina. Dopo l’omicidio di Melania – ha continuato – la mia famiglia ha fondato un’associazione contro la violenza sulle donne perché l’attenzione resti sempre alta, ma è lo Stato che deve fare di più. Invece resta al balcone a guardare gli omicidi che aumentano, a fare sconti agli assassini che possono rifarsi una vita. Ma alle vittime chi ci pensa?”.

Melania Rea scomparve il 18 aprile 2011, in provincia di Teramo. Il suo corpo senza vita venne ritrovato due giorni dopo nel boschetto delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto, in provicia di Teramo. Due giorni prima era sparita; era uscita di casa a Folignano (Ascoli Piceno) con il marito Salvatore e la figlia di 18 mesi, dirigendosi verso Colle San Marco. Il cadavere venne individuato dopo una telefonata anonima partita da una cabina nel centro di Teramo. Dalle indagini emerse che la giovane venne aggredita alle spalle e colpita con 35 coltellate. Un delitto per il quale il marito venne arrestato il 19 luglio del 2011.

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