Open, la Corte Costituzionale dà ragione a Renzi: “Email e wapp sono corrispondenza inviolabile”

27 Lug 2023 19:29 - di Antonio Nicolò
Corte Costituzionale

La Corte costituzionale ha accolto il conflitto di attribuzione proposto dal Senato nei confronti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, nella parte in cui era diretto a contestare la legittimità dell’acquisizione di corrispondenza del sen. Matteo Renzi in violazione dell’art. 68, terzo comma, Cost. Con sentenza n.170 del 2023 (red. Franco Modugno), la Corte ha dichiarato che la Procura non poteva acquisire, senza preventiva autorizzazione del Senato, messaggi di posta elettronica e whatsapp del parlamentare, o a lui diretti, conservati in dispositivi elettronici appartenenti a terzi, oggetto di provvedimenti di sequestro nell’ambito di un procedimento penale a carico dello stesso parlamentare e di terzi”

La decisione della Corte Costituzionale e il processo Open

L’ex primo ministro è imputato a Firenze per una storia di finanziamento illecito ai partiti. Lo scontro sull’attribuzione dei poteri, conclusosi oggi con la sentenza della Consulta, depotenzia ulteriormente i già deboli argomenti dell’accusa e fa propendere per una naturale assoluzione di Renzi. Ma oltre alla questione dell’attribuzione dei poteri, Renzi ha aperto un vero e proprio scontro politico con la procura della città che ha guidato come sindaco: l’ultimo caso, poche settimane fa, quando ha duramente criticato la scelta di indagare Marcello dell’Utri per le stragi del 93.

Renzi: “Trionfo del diritto”

“Verrà il giorno in cui la classe dirigente del Paese rifletterà serenamente su questa indagine assurda, nata contro di me, contro le persone che mi stanno vicine e soprattutto contro i fatti- ha affermato Matteo Renzi dopo la sentenza. Verrà quel giorno ma non è questo. Oggi è solo il giorno del trionfo del diritto. Le indagini dei Pm Turco e Nastasi sono state bocciate per cinque volte dalla Corte di Cassazione e adesso anche dalla Corte Costituzionale. Dalla parte della legalità ci stiamo noi, non questi due Pm” ha concluso il leader di Italia Viva.

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