Libero di stuprare: il caso del nigeriano recidivo di Anzio e le leggi sbagliate sull’immigrazione

11 Lug 2023 9:51 - di Giulio Fioretti

Ci sono storie che raccontano tutto.  Soprattutto in materia di immigrazione e di reati sessuali, purtroppo aumentati dal 2020 al 2022. Come quella di Valentine Omwanta, classe 1991, sbarcato a Lampedusa il 29 ottobre 2015. Appena arrivato, come da prassi, la polizia gli fa la foto segnaletica e gli prende le impronte delle mani. Il 31 maggio del 2016, a Trapani, l’uomo rapina, picchia e tenta di stuprare una donna. Era «in attesa del nulla osta come rifugiato», scrissero i giornali all’epoca. Fu arrestato due mesi dopo e condannato a sette anni e 1.800 euro di multa. La reclusione vera, ovviamente, fu più breve: nel marzo del 2022 il nigeriano uscì dalla casa circondariale di Siracusa e la Questura gli notificò il decreto di allontanamento dal territorio dello Stato. Il clandestino, ovviamente, ignora quel decreto. Il 28 novembre del 2022 incappa nel controllo dei poliziotti del commissariato romano di San Basilio, che avviano la procedura per inviarlo in un Cpr, come si fa con gli stranieri irregolari pericolosi e in attesa di espulsione. Ma la storia non finisce qui.

La visita medica e l’incompatibilità con il Cpr

La prassi prevede però che sostenga una visita medica, e la Asl certifica che è «non idoneo» alla vita in una comunità ristretta, a causa di una patologia psico-fisica. Dunque, non può essere rinchiuso in un Cpr. Dopo la condanna blanda e l’allontanamento fai-da-te, è la terza piega della legge in cui il nigeriano s’infila. Ne trova un’altra subito dopo, quando ha in mano l’ordine di lasciare il territorio italiano che il questore capitolino gli ha consegnato il 29 novembre. Contro questo provvedimento presenta infatti ricorso al giudice di pace, sostenendo di avere intenzione di presentare domanda di protezione internazionale. In tutti questi mesi il giudice non si è espresso sul suo caso ma intanto è rimasto in Italia. Libero di reiterare il reato. Le tracce di dna hanno permesso di identificarlo come l’autore dello stupro di Anzio e l’8 luglio l’uomo è stato arrestato ad Aprilia, con l’accusa di violenza sessuale, lesioni e rapina. Ora è rinchiuso nella casa circondariale di Latina. Così, approfittando delle possibilità offerte dall’ordinamento italiano, un immigrato clandestino, già condannato per stupro e affetto da una forma di sociopatia, è stato libero di muoversi sul territorio nazionale e fare tutto ciò che voleva, incluso assalire una ragazza di 18 anni alla fermata dell’autobus, trascinarla in un boschetto, picchiarla e violentarla. Con buona pace della sinistra.

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