Economia, Istat: «In ripresa la produzione industriale dopo quattro flessioni consecutive»

11 Lug 2023 12:19 - di Redazione
Istat

L’economia italiana non solo non si ferma ma riprende a marciare. Nel mese di maggio, infatti, la produzione industriale è tornata a crescere, in termini congiunturali, dopo quattro flessioni consecutive. A certificarlo è l’Istat, che ha stimato in un significativo 1,6 per cento l’aumento dell’indice destagionalizzato rispetto ad aprile. Corretto per gli effetti di calendario, a maggio l’indice complessivo è diminuito, in termini tendenziali, del 3,7 per cento (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 come a maggio 2022).

I dati Istat si riferiscono al mese di maggio

Tuttavia sottolinea ancora l’Istat, considerando gli ultimi tre mesi, «la produzione continua a mostrare un calo congiunturale, che si estende a tutti i settori di attività, con le uniche eccezioni rappresentate dai prodotti della raffinazione petrolifera e dai mezzi di trasporto». Nella media del periodo marzo-maggio il livello della produzione è diminuito dell’1,8 per cento rispetto ai tre mesi precedenti. Secondo il nostro Istituto di statistica, l’indice destagionalizzato mensile segna aumenti congiunturali in tutti i raggruppamenti principali di industrie. Variazioni positive caratterizzano, infatti, i beni strumentali (+1,4 per cento), i beni intermedi (+1,2), i beni di consumo (+1,1) e, in misura marginale, l’energia (+0,1).

Bene farmaceutici, computer ed elettronica

A livello tendenziale tra i principali settori cresce solo quello relativo ai beni strumentali (+2,1 per cento). Diminuiscono, invece, i beni di consumo (-4,2 per cento), i beni intermedi (-7,4) e l’energia (-8,5). Tra i settori di attività economica in crescita tendenziale, si legge ancora nei dati diffusi oggi dall’Istat, si segnalano la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+8,9 per cento), la fabbricazione di mezzi di trasporto (+8,4) e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+5,1). Le flessioni più ampie si registrano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-19 per cento), nell’industria del legno, della carta e della stampa (-15,8) e nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,3).

 

 

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