Doppiopesismo dell’Usigrai: si scagliava contro Facci e ora difende Saviano. L’affondo di Gasparri
L’Usigrai scende in campo per dare manforte a Roberto Saviano, che dopo aver definito Matteo Salvini “ministro della Mala Vita” continua a presentarsi come vittima di un attacco politico. Parlando di “gravi pressione esterne alla Rai”, il sindacato unico dei giornalisti della tv di Stato chiede di conoscere le ragioni per le quali i vertici dell’azienda hanno deciso di sospendere la messa in onda di Insider, il programma di Saviano. Eppure, attraverso la sua commissione pari opportunità, la stessa Usigrai non ha esitato ad allinearsi alle “pressioni esterne” quando queste hanno colpito Filippo Facci, per una frase giudicata sessista. E, a ben vedere, proprio il caso Facci ha fatto da apripista al caso Saviano: per i vertici Rai applicare il Codice etico in maniera così rigorosa nei confronti del primo e ignorarlo nei confronti del secondo sarebbe stato davvero insostenibile.
L’Usigrai vuole spiegazioni sul caso Saviano
Dalle parti dell’Usigrai, però, non sembrano pensarla così e si rifugiano in un escamotage per giustificare quella che appare come una manifestazione di doppiopesismo. Come uscirne, infatti, per dire che Saviano deve restare, dopo che le proprie pari opportunità si sono dette “preoccupate dalla notizia che lo stesso (Facci, ndr) è annunciato come uno dei commentatori della televisione di servizio pubblico, con uno spazio quotidiano su Raidue”? Buttandola sui soldi, che dunque sembra contino più dei principi e delle condotte corrette. ”La Rai ha un disavanzo di quasi 600 milioni di euro. Non è certo nella situazione di poter sprecare risorse che vengono costantemente ridotte alle testate. Per questo l’Ad deve spiegare perché quattro puntate di un programma già registrato non andranno in onda. Lo deve spiegare chiaramente e in modo convincente”, si legge in una nota dell’esecutivo Usigrai.
La denuncia delle “gravi pressioni esterne” (che però per il caso Facci non erano un problema)
”Perché – prosegue l’esecutivo dell’Usigrai – se il problema è di tipo editoriale si può intervenire sul prodotto prima della messa in onda. E questo è ancora ampiamente possibile. Se, invece, la mancata messa in onda del programma avviene per ragioni che nulla hanno a che vedere con i contenuti, chiediamo di conoscerle”. ”È evidente che sulla vicenda Insider ci siano state gravi pressioni esterne alla Rai da parte della politica, ma la Rai servizio pubblico – si legge nella nota – non può permettersi di epurare Roberto Saviano per una supposta par condicio con il caso Facci che con questa vicenda non ha nulla a che fare. Anche perché nel caso delle puntate registrate, pagate e non mandate in onda il danno economico è evidente e rilevante”.
Saviano continua a fare la vittima
La necessità di adottare un doppiopesismo nell’applicazione del Codice etico è, di fatto, quella sbandierata dallo stesso Saviano, che in un’intervista al Corriere della Sera di oggi, riproponendo la lettura dell’attacco politico nei suoi confronti, ha sostenuto che il suo caso è molto diverso da quello di Facci perché “Facci ha attaccato una persona inerme per difendere il potere. Io ho attaccato il potere”. E, dunque, come sempre ci sono i buoni e i cattivi a prescindere, insulti intollerabili e insulti benemeriti a seconda che a pronunciarli siano i reietti o i cantori della verità.
Gasparri: “Insulta e poi fa la vittima. Se non fossero comportamenti noti, sarebbero da studiare”
“Insulta quelli che considera avversari politici e poi fa pure la vittima parlando di ‘squadrismo anti intellettuali’: quello di Saviano e dei suoi improbabili sostenitori politici è un caso da studiare”, ha commentato il senatore di FI, Maurizio Gasparri, sottolineando che “attaccano il prossimo e poi si ergono a perseguitati”. “Se non fosse una sorta di rappresentazione studiata a tavolino, una strategia del vittimismo immotivato e pretestuoso – ha commentato Gasparri – ci sarebbe da effettuare una più approfondita verifica. Invece, il caso Saviano&c. è la migliore sintesi della presunzione della sinistra”.
“Non esiste un codice etico diverso per la sinistra e i suoi supponenti portavoce”
“Io sono la giustizia e indico colpevoli e innocenti, io sono la verità e i miei insulti sono esenti da critiche, repliche, codici etici, io sono io e voi non siete nulla: questo il ‘codice’ savianeo”, ha proseguito l’esponente azzurro, avvertendo che “noi non ci sottomettiamo. E abbiamo chiesto che per lui in Rai valgano le regole esistenti e già applicate ad altri”. “Non esiste la libertà di insulto per Saviano. Ridicoli poi i suoi adepti che evocano la commissione Antimafia che si deve occupare di cose serie non di tv minore. Non esiste un ‘codice’ diverso per la sinistra e i suoi supponenti portavoce. Saviano troverà altre sedi per i suoi insulti. Pare che i megafoni non gli manchino”, ha concluso Gasparri.