Alice Scagni, uccisa dal fratello: chiesta l’archiviazione per i poliziotti e la psichiatra

19 Lug 2023 9:11 - di Roberto Garritano
Scagni

La procura di Genova ha ha chiesto l’archiviazione per i due poliziotti e il medico della Salute mentale indagati nell’ambito dell’inchiesta su presunte omissioni, indagine nata dopo l’omicidio di Alice Scagni, la donna uccisa a coltellate in strada proprio dal fratello Alberto il primo maggio 2022.

Le ipotesi di reato contestate erano omissione d’atti d’ufficio, omessa denuncia e morte come conseguenza di altro reato. L’indagine era partita dopo le denunce dei genitori di Alice e Alberto, assistiti dall’avvocato Fabio Anselmo. Erano indagati la dottoressa della Salute mentale che alla richiesta dei genitori di ricoverare il figlio, secondo i familiari, aveva preso tempo, e gli agenti che l’1 maggio non si attivarono nonostante le richieste della madre e del padre di Alice. Una notizia che segna un deciso punto a favore per l’accusa che sta sostenendo il processo contro Alberto Scagni a Genova e che spegne le polemiche iniziate da Ilaria Cucchi, compagna di vita di Fabio Anselmo, avvocato di parte civile dei genitori di Alberto e Alice, ritiratisi dal processo in corso in corte di assise.

Un punto a sfavore di Alberto Scagni

Ilaria Cucchi, senatrice di Avs, era arrivata a parlare addirittura di “delitto di Stato” scatenando l’indignazione di Fratelli d’Italia che aveva sottolineato l’inopportunità delle sue dichiarazioni. Il processo a carico di Alberto Scagni sta proseguendo in corte di assise a Genova. Nei giorni scorsi c’era stato il duro confronto in aula tra i periti psichiatri. Giacomo Mongodi, consulente del pubblico ministero, aveva avuto uno scontro con il perito del Gip, Elvezio Pirfo,  per il quale Alberto Scagni è seminfermo. Mongodi, ma anche il perito della parte civile (Marco Lagazzi, consulente del vedovo di Alice) avevano evidenziato come Scagni non potesse essere “considerato seminfermo” per un disturbo di personalità che non aveva nessuna connotazione psicotica. Entrambi avevano ricordato l’aspetto antisociale di Alberto Scagni, la sua spiccata propensione a delinquere, la continua pretesa di ottenere soldi dalla famiglia, il consumo abituale di droga e alcol.

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