Omicidio Scagni, il rischio del processo “mediatico” e le accuse a medici e poliziotti dell’ex legale di Cucchi

31 Mar 2023 10:48 - di Mario Campanella

Ci sono cose che devono sembrare vere ad ogni costo anche se la verità potrebbe essere altra. Questa massima triste di propaganda che il nefasto Goebbels prese a prestito dal PCUS potrebbe essere indirizzata a un processo delicato e importante che inizierà a breve a Genova. Imputato sarà Alberto Scagni (nella foto), che nel maggio dello scorso anno uccise a martellate la sorella Alice. Che sia lui l’assassino non c’è alcun dubbio. I dubbi, invece, sono altri e riguardano la sua presunta seminfermità mentale, secondo la perizia del Gip, e ancora di più l’incriminazione piovuta addosso a due agenti di polizia e a una psichiatra del servizio pubblico che avrebbero, secondo quanto denunciato dai familiari di Alice ed Alberto, evitato di intervenire dinanzi alle minacce del giovane rivolte prima ai genitori e poi alla sventurata sorella.
Il rischio forte è che si sovrapponga una sorta di processo mediatico che contempli la verità goebbelsiana prescindere dai fatti e dalle evidenze.
Uno dei protagonisti dell’indagine è l’avvocato Fabio Anselmo che patrocina la parte civile che è uguale sia per assassino che assassinata. Anselmo, compagno nella vita di Ilaria Cucchi, è anche il difensore della famiglia di Denis Bergamini, il giovane calciatore del Cosenza morto ufficialmente per suicidio il 1989: sul fatto è in corso a Cosenza un processo contro l’ex fidanzata del giocatore.
L’avvocato Anselmo ha iniziato il suo intervento parlando di omicidio di Stato. Agenti e psichiatra avrebbero dovuto intervenire, questa la sua tesi, e se lo avessero fatto probabilmente Alice sarebbe ancora viva.
Ma in questo quadro complessivo nessuno dice un’altra verità: Alberto Scagni non è pazzo. Lo stesso perito del giudice gli ha riscontrato un disturbo di personalità borderline e antisociale. Il perito della procura sostiene che non abbia nemmeno quello. Nessuno ha evidenziato in luì sintomi psicotici. È certo che era un vagabondo che chiedeva sempre soldi alla famiglia e che nutriva rancore verso la sorella, più fortunata di luì.
Il disturbo antisociale è incurabile, forse perché nemmeno esiste. Potevano essere curati Al Capone, Totò Riina o Francis Turatello? Se sì è delinquenti o criminali, a meno di passaggi da Damasco che rappresentano un’eccezione , si rimane tali. E così si profila una bella intimidazione indiretta per tanti medici, trasformati in improbabili sceriffi.
La questione di fondo è che i genitori di Alice sono anche quelli di Alberto, doppiamente provati da una incredibile tragedia. Per cui , insistono sulla colpevolezza di poliziotti e medico, convinti che tutto potesse essere evitato.
Scagni dal carcere scrive lettere in cui sì dice convinto che se la caverà con una decina di anni di pena.
È lucido, non ha mai delirato, al netto dell’odio verso genitori e sorella che potrebbe anche essere una tragica, banalità del male.
La strategia della difesa (come è accaduto per il caso Bergamini) è fortemente mediatica. E in un Paese in cui la prova spesso è stata derubricata a piccolo particolare tutto ciò potrebbe fare la differenza.
Sarà un processo non breve e, nel frattempo, bisognerà vedere cosa succederà agli indagati per morte conseguente a un altro reato.
Che corrono il forte rischio di una condanna preventiva che andrebbe scongiurata. Per ribadire ancora che Goebbels aveva torto.

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