Addio a Tony Bennett, muore l’ultimo crooner americano. Leggenda della musica: aveva 96 anni
E’ morto l’ultimo crooner. Tony Bennett se ne è andato a 96 anni, , dopo 20 Grammy Awards vinti, oltre cento album pubblicati e centinaia di milioni di copie vendute. L’ultimo dei grandi cantanti americani raggiunge Dean Martin, Perry Como e l’inarrivabile “the voice”, Frank Sinatra. Il grande cantante aveva iniziato a soffrire del morbo di Alzheimer sette anni fa ma aveva continuato ad esibirsi. L’ultima volta lo scorso anno all’ One Last Time con Lady Gaga al Radio City Music Hall .
Una lunga carriera per il crooner italo-americano
Tony Bennett, pseudonimo di Anthony Dominick Benedetto , era figlio di un emigrato calabrese. Iniziò a cantare nel dopoguerra, firmando il suo primo contratto il 1950. ll suo primo successo commerciale fu Because of You, che entrò nella top list dei dischi più venduti. Dopo altri successi come Rags to Riches e In the Middle of an Island, a partire dal 1955 la carriera musicale subì una svolta, dovuta sia alla nascita del Rock sia alla sua passione per la musica jazz. Di lì in poi riuscirà a vincere i primi due Grammy.
Gli anni della tossicodipendenza e la rinascita
Negli anni settanta Bennett continua a mietere successi. Canta con Barbara Streisand e Lena Horn, incide pezzi jazz ma inizia un tragico periodo di dipendenza dalle droghe che lo porterà a sfiorare la morte, nel 1979, quando rischia la vita per un’overdose di cocaina, dalla quale però, si riprende anche grazie all’aiuto dei figli. Negli anni ottanta inizia la risalita che culminerà con nuovi, grandi successi nel decennio successivo. Duetta con Red Hot Chili Peppers, Elvis Costello e Plácido Domingo, vince il Grammy alla carriera, fonda la Frank Sinatra School of the Arts, un liceo pubblico dedicato all’insegnamento delle arti dello spettacolo, voluto dallo stesso Sinatra prima di morire il 1998.
I quattro grandi cantanti di origine italiana
Frank Sinatra, il più grande in assoluto, Tony Bennett, Dean Martin e Perry Como avevano in comune l’origine italiana. Bennett era l’ultimo epigone, apprezzato per un classicismo impeccabile e un’eleganza di scena non comuni. Tutti e quattro hanno caratterizzato e segnato profondamente la storia della grande musica americana del dopoguerra.