Una certa sinistra vive con l’illusione di poter scrivere alla lavagna i nomi dei buoni e dei cattivi
Dichiarazioni stampa, tweet a fiumi, editoriali, assenze “eccellenti”. «Era divisivo, metà del paese non era d’accordo con lui». In molti usano questa frase per criticare la scelta del lutto nazionale tributato al quattro volte presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Una frase povera di contenuto ma che tradisce la natura triste della sinistra italiana, sempre alla ricerca di distinguo, di divisioni, di scontro, anche di fronte alla morte di un uomo, che innegabilmente ha cambiato e plasmato la storia d’Italia.
La sinistra e “l’uomo divisivo”
Certo, Silvio Berlusconi in vita è stato divisivo. Imprenditore, presidente di una squadra di calcio, politico, aveva un’identità forte, ingombrante, è stato un uomo di parte. Ma del resto chi fa politica e la fa con valori e convinzioni forti, lo è per natura, come predicava Don Luigi Sturzo.
Alla ricerca costante del nulla
La sinistra d’oggi è alla ricerca costante del nulla, dell’indefinito, con l’ossessione malsana di voler condannare tutto e tutti, persino la Storia, con l’abitudine di dividere sempre in giusti e cattivi, in paladini e mostri. Non può accettare che un uomo di parte, soprattutto che non sia della loro, venga cosi amato e cosi ricordato da una Nazione intera.
Quella verità che la sinistra non può cancellare
Non serve condividere le idee di Silvio Berlusconi, per riconoscerne l’impatto colossale che ha avuto sull’Italia e sugli italiani. Lui li comprendeva, forse come pochi altri, ne incarnava le passioni e i vizi. E se è vero che ha spinto una parte a volerlo imitare, è altrettanto vero che ha spinto una parte a comportarsi antiteticamente. Se è vero che ha spinto tanti a sentirsi di centrodestra, ha spinto altrettanti a sentirsi di centrosinistra. Nel bene e nel male ha plasmato l’opinione direttamente e non, di tanti italiani, che potremmo definire la “generazione Berlusconi”. Questa è una verità che la sinistra non potrà cancellare, e con cui presto o tardi dovrà fare i conti.