Tumore alla mammella: con ribociclib dopo la chirurgia, meno 25% di rischio recidiva

3 Giu 2023 15:40 - di Emanuele Valci
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La terapia successiva alla chirurgia per il tumore alla mammella, con ribociclib, riduce del 25% il rischio di recidiva in molti  pazienti. Sono questi i dati positivi dell’endpoint primario dello studio registrativo di fase III Natalee. Novartis l’ha presentato al congresso annuale dell’Asco (Società americana di oncologia medica). I dati mostrano che ribociclib in associazione con la terapia endocrina (Et), rispetto alla sola terapia endocrina, riduce il rischio di recidiva.

Tumore alla mammella, i profilo di sicurezza di ribociclib

I dati di ribociclib sono risultati consistenti in tutti gli endpoint secondari di efficacia, comprese la sopravvivenza libera da malattiaa distanza (riduzione del rischio del 26%) e la sopravvivenza libera da recidiva (riduzione del rischio del 28%). Per i pazienti con tumore alla mammella, il profilo di sicurezza di ribociclib al dosaggio di 400 mg è stato favorevole. Sono limitati i tassi di eventi avversi sintomatici e aggiustamenti del trattamento nella somministrazione fino a tre anni. I più frequenti eventi avversi sono stati: neutropenia (43,8%) eventi epatici, tra cui l’aumento delle transaminasi (8,3%).

I nuovi casi in Italia e il tasso di mortalità

«Nel 2022, in Italia, sono stati stimati 55.700 nuovi casi di tumore della mammella, il più frequente in tutta la popolazione». L’ha affermato Saverio Cinieri, presidente Aiom (Associazione italiana di oncologia medica). «La terapia adiuvante della malattia radicalmente operata può essere considerata uno dei maggiori successi in oncologia negli ultimi trent’anni. Infatti, nonostante il costante aumento dei casi, la mortalità è diminuita del 6,8% dal 2015 al 2021».

I tre trattamenti audiuvianti

Questo, «non soltanto per effetto della diagnosi precoce attraverso programmi di screening. Ma anche per l’efficacia della terapia adiuvante. La sopravvivenza a cinque anni infatti raggiunge l’88% e pone il nostro Paese ai vertici in Europa. Sono tre i trattamenti adiuvanti: chemioterapia, ormonoterapia e terapia biologica, proposti alle pazienti in base allo studio del singolo caso, alle caratteristiche della neoplasia e alle condizioni fisiche della donna».

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