Renzi alla Schlein: «Senza di me avresti visto il Parlamento europeo solo in gita scolastica»

10 Giu 2023 12:31 - di Gianluca Corrente
renzi

Un Matteo Renzi double face, quello che interviene all’assemblea di Italia Viva a Napoli. Da una parte, in funzione propagandistica per le europee, non può esimersi dal parlare contro il governo, fantasticando su un’Italia che, secondo lui, sarebbe immobile. Argomentazione poco credibile, perché a parlare sono i fatti e il consenso che Palazzo Chigi sta avendo grazie alla sua azione quotidiana. Critiche scontate, quelle del leader di Iv, che fa il suo “mestiere” di opposizione. Dall’altra, invece – ed è il dato più rilevante –  Renzi si scaglia contro la Schlein e lo spettacolo indigesto che la sinistra continua ad allestire insistendo sul pericolo di deriva autoritaria nel Paese e elevando a nuovi eroi i vari Fazio e Annunziata.

Renzi e  gli sbagli della sinistra

«La nostra tesi», premette, «è che non si manderà a casa il Governo Meloni evocando il dramma dei controlli della Corte dei Conti o il grande problema del martirio di Fabio Fazio. Non si manderà a casa Meloni, si stupiranno gli amici del nuovo Pd, chiedendo la patrimoniale o insistendo sul reddito di cittadinanza». La soluzione è un’alternativa riformista. E aggiunge: «Il momento più forte che questo Governo ha avuto è stato quando è stata aggredita la ministra Roccella al Salone di Torino, da un gruppo di persone che – richiamando una presunta superiorità etica – ha zittito una ministra della Repubblica. È stato il momento nel quale i presunti oppositori di Giorgia Meloni si sono rivelati per quello che sono, i migliori amici di Giorgia Meloni».

Rai: chi lascia non è un martire

Non manca l’affondo contro Fabio Fazio e Lucia Annunziata. «Chi se ne va dalla Rai ha tutto il diritto di farlo», afferma Renzi. «Ma non si può far pensare agli italiani che quello sia l’inizio di un percorso autoritario. Chi va via lo fa per il portafogli o per fare il capolista alle europee. Non è una scelta di cuore, è legata al portafoglio». Poi sottolinea come la sinistra sia sbagliando le risposte da dare dai banchi dell’opposizione: «Anziché incalzare sulla politica insiste sui santini. Però in Italia non c’è una piazza dei martiri. Se il centrosinistra ha voglia di tornare a fare politica abbandoni questi falsi argomenti tipici di un certo mainstream culturale e si metta a discutere di politica, se ne è capace».

Renzi, la stangata a Elly Schlein

«Elly Schlein va in televisione e si lamenta dei nostri risultati alla guida del Pd. Lo dico con affetto: cara Elly, quando tra un anno avrai preso il 41% portando al Parlamento Europeo persone come la giovane Elly Schlein, che altrimenti avrebbe visto il Parlamento europeo in gita scolastica, quando avrai preso 6mila Comuni su 8mila e 17 Regioni su 20… allora io sarò disponibile a venire in tv a dire che non ho capito niente, che hai ragione. Fino a quel momento abbi rispetto per chi ha portato quella comunità politica a quei risultati».

«Le europee sono il nostro orizzonte»

Renzi accelera per le europee, dove il Terzo Polo – dati alla mano – rischia parecchio. Region per cui rincara la dose. «Non dobbiamo solo  girare la clessidra e iniziare a mettersi in ottica di campagna elettorale europea, ma raccontare perché lo vogliamo fare. C’è una doppia opzione», aggiunge. E cioè, «la destra di Meloni e dei suoi alleati, un’opzione sovranista, e dall’altro questa nuova vecchia opzione populista che assume da un lato i contorni e i confini del M5S con Giuseppe Conte e, alla luce di un risultato sorprendente delle primarie del Pd, il nuovo Pd guidato da Elly Schlein».

«Il nuovo Pd chiede l’abiura ai riformisti»

«Può piacere o no ma Meloni un disegno ce l’ha. Sta tentando di mettere in campo un disegno che io voglio far saltare», continua il leader di Iv. L«Il disegno  è quello di tenere insieme popolari e conservatori e dare a questa roba qua la maggioranza dell’Europa». Ma il bersaglio maggiore è il Pd: «Amici riformisti, il nuovo Pd non solo non vi ama. Il nuovo Pd vi chiede l’abiura sulla stagione delle riforme. Se volete restare in quella casa dovete rimangiarvi tutto ciò che avete fatto. Contenti voi, contenti tutti».

Renzi sul rapporto con Calenda

«Dieci mesi fa ho fatto un passo indietro per costruire il Terzo polo alle elezioni politiche. Io ho fatto un passo indietro e ho preso un po’ di critiche da molti di voi. Io, per il disegno politico di Renew Europe, sono disponibile e sarò disponibile a fare non uno ma dieci passi indietro a livello personale. Quello che non sono disponibile a fare non è evitare il mio passo indietro, ma quando mi viene detto di rinunciare alla Leopolda come spazio politico il passo indietro lo chiedono a voi. E non l’accetterò mai».

Il partito unico e l’errore politico

«Il fallimento del disegno del partito unico è stato un errore politico», incalza Renzi. «Ci siamo lasciati il 4 dicembre dicendo che avremmo fatto una federazione. Poi è stato deciso di accelerare all’improvviso sul partito unico. Abbiamo detto va bene, perché che sia partito unico o federazione è indifferente rispetto all’obiettivo finale, che è quello di evitare lo slittamento a destra dell’Europa. Io non lo so se e come sarà possibile riprendere a livello nazionale questo cammino. Dico che non è questo il punto oggi in discussione. Quello che dev’essere chiaro è che il nostro desiderio di andare tutti insieme alle elezioni europee è un desiderio che muove da considerazioni politiche».

 

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