Pascale fuori controllo: “maggioranza fascista”. Roccella: presa di distanza necessaria sulla Gpa

7 Giu 2023 18:43 - di Redazione
Pascale

Francesca Pascale contro la destra di governo. «Senza che ce ne accorgiamo, stiamo per piombare nell’omofobia». Repubblica non si lascia sfuggire la possibilità di cogliere al volo qualche invettiva di Francesca Pascale contro il governo Meloni e contro quella che l’ex compagna di Berlusconi definisce “ultra destra”. Il pretesto è il ritiro del patrocinio al Roma Pride da parte della Regione Lazio governata da Francesco Rocca.

Pascale è molto dura. «Come siamo arrivati – dice nell’intervista a Repubblica – ad avere un governo di ultra destra? Senza accorgerci. Questa è la paura che vive la comunità Lgbtq+, che a piccoli passi si piombi nell’omofobia. Quando questa maggioranza è accusata di essere omofoba e fascista, è la verità. Il primo tassello è stato di aggredire i bimbi di coppie omogenitoriali».

Secondo Pascale, inoltre, quello dell’utero in affitto «è un pretesto, la Gpa è un alibi per spaventare il popolo. Chi non è informato ritiene che si faccia solo utilizzando il bisogno economico. Ma basta regolarizzare la gestazione per altri, rendendola etica e solidale. Ma il Pride rivendica l’orgoglio omosessuale, cosa c’entra con la maternità surrogata? La Gpa non è tema da Pride. La destra vuole portare lo scontro sulla Gpa perché attecchisce di più. E poi le associazioni cattoliche, come Pro Vita, irrompono, attraverso una visione politica sovranista, sulla libertà altrui».

Il ministro della Famiglia Eugenia Roccella, sulla questione del patrocinio prima dato e poi ritirato, commenta: “Mi sembra significativo il fatto che il patrocinio fosse stato dato. E poi è stato pubblicato un documento molto, molto forte sull’utero in affitto e su altre cose da cui l’amministrazione del Lazio e il presidente Rocca hanno deciso di prendere le distanze, tutto lì”.

“Il Parlamento – continua Roccella – sta facendo una legge proprio perché il divieto di utero in affitto sia efficace, perché è reato in Italia ma non è un reato perseguito da nessuno. E’ evidente che c’è una presa di distanza da una posizione che è diametralmente opposta”.

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