Palamara, la Procura riqualifica il reato: da corruzione a traffico d’influenze. E lui chiede il patteggiamento
Luca Palamara incassa una seconda riqualificazione del reato, la seconda chiesta dalla Procura di Perugia – da corruzione a traffico d’influenze – in un altro filone giudiziario, rispetto al precedente, che lo vede coinvolto, stavolta, assieme agli imprenditori Federico Aureli e Leonardo Manfredi Ceglia. E chiede un nuovo patteggiamento.
Lo scorso 30 maggio era stato accolto il primo patteggiamento a un anno nell’inchiesta principale portata avanti dalla Procura di Perugia.
I pubblici ministeri Gemma Miliani e Mario Formisano hanno riqualificato l’accusa da corruzione per l’esercizio della funzione e in atti giudiziari a traffico di influenze illecite. E, alla luce di questo elemento, la difesa di Luca Palamara, con gli avvocati Roberto Rampioni e Mariano e Benedetto Buratti, ha chiesto il patteggiamento a quattro mesi con l’ok della Procura.
Nell’inchiesta, che riguarda anche l’imprenditore Federico Aureli, i pm perugini, contestavano a Palamara di aver messo a disposizione “le sue funzioni e i suoi poteri” in cambio di alcune utilità, e in particolare l’utilizzo gratuito di due scooter “per diversi mesi dell’anno” e la partecipazione “ad un affare molto vantaggioso” ossia “la possibilità di essere socio occulto della Kando Beach” di Olbia, in cambio del suo interessamento “per le procedure amministrative relative all’attività di bar gestita dalla Kando beach” e per “favorire il buon esito del procedimento penale” nei confronti di “madre e moglie di Aureli, in corso di svolgimento presso il Tribunale di Roma”.
Dopo la riqualificazione dell’accusa, Aureli ha deciso, invece, di procedere con il rito ordinario. E nei suoi confronti la Procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, ha chiesto il rinvio a giudizio.
Questo mentre la difesa dell’imprenditore, con gli avvocati Romolo Reboa e Roberta Verginelli, ha sollecitato il non luogo a procedere.
Il gup di Perugia si esprimerà sulle richieste il 19 settembre prossimo.
Già nei mesi scorsi, l’altro imprenditore indagato, Leonardo Manfredi Ceglia, aveva presentato un’istanza di patteggiamento assegnata, tuttavia, ad altro giudice.
Quanto al rapporto con quest’ultimo, a Palamara venivano contestati “diversi soggiorni” in un hotel di Capri e in “strutture ricettive” a Roma.