Omicidio Senago, il legale di Impagnatiello rinuncia alla difesa e rivela: “Il coltello è ancora in casa”

5 Giu 2023 18:25 - di Alessandra Parisi

Emergono nuovi dettagli sull’omicidio di Giulia Tramontano, in attesa dell’autopsia che risulterà determinante per comprendere se la ragazza, incinta di 7 mesi, è morta rapidamente o in agonia. Se un soccorso tempestivo avrebbe puto salvare il bambino mai nato. Oggi è il giorno della visita nel carcere milanese di San Vittore dell’avvocato Sebastiano Sartori ad Alessandro Impagnatiello, il barman accusato di aver ucciso la fidanzata. E di averne occultato il cadavere per giorni, prima di essere travolto dal cumulo di bugie messe in piedi che lo hanno inchiodato. E poi ‘costretto’ a confessare l’omicidio. Anche se gli inquirenti sono convinti che il killer non abbia detto tutto. E stanno lavorando anche sui video che ritraggono Impagnatiello all’uscita di casa, subito dopo aver ucciso la donna al settimo mese di gravidanza

Il legale di Impagnatiello: “il coltello è ancora nell’appartamento”

Il coltello che avrebbe utilizzato per uccidere Giulia sarebbe ancora all’interno dell’appartamento dove viveva la coppia. Lo rivela ai microfoni del Tg1 il legale del barman reo-confesso. “Non l’ha buttato, ha detto specificatamente dove sia”. Per questo domani dall’appartamento verranno rimossi i sigilli per consentire ai Ris di recuperarlo. Impagnatiello, inoltre,  assicura di aver fatto tutto da solo Nessuno ha aiutato il killer nel suo agghiacciante delitto? Nessun complice nel trasporto del corpo senza vita di Giulia? “Lui lo esclude. Sarà sicuramente da valutare la sua sfera psicologica”, aggiunge il difensore che sempre oggi ha annunciato di rinunciare alla difesa dell’uomo. Che – parole del legale – sarebbe “sempre più lucido e ha preso coscienza di quello che ha fatto”.  Dopo aver depositato l’atto di rinuncia in procura, l’avvocato ha spiegato ai cronisti che si tratta di “una questione tra me e il mio assistito. Non ci sono elucubrazioni”.

L’avvocato rinuncia alla difesa del killer reo-confesso

L’avvocato della famiglia Tramontano Giovanni Cacciapuoti nel pomeriggio si è recato in procura a Milano per un incontro con la pm Alessia Menegazzo, che segue le indagini sull’omicidio di Giulia. I parenti – racconta – hanno cominciato a sospettare sin dalla prima ora che qualcosa non andasse. “La famiglia, conoscendo Giulia e la condizione che viveva di donna gravida di sette mesi, sapeva che difficilmente avrebbe fatto perdere le tracce di sé in maniera volontaria. Per questo si sono quasi subito insospettiti e – aggiunge – sono stati reattivi nel dare un contributo dalla prima ora alle investigazioni”. Ora chiedono di “avere la possibilità di essere il più sereni possibile. E di vivere il dolore e il lutto, in relazione al quale dovranno soffrire ancora lungamente, anche semplicemente per dare una degna sepoltura alla loro Giulia”.

Fa discutere la perizia psichiatrica chiesta dai difensori

Intanto fa discutere l’ipotesi della perizia psichiatrica su Impagnatiello. Per Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di FdI alla Camera, sarebbe assurda. “Egli ha un ‘io’ integro, consapevole, lucido e privo di qualsiasi disturbo”, dice il parlamentare che ha presentato una proposta di legge per modificare gli articoli del Codice penale che disciplinano l’infermità e la seminfermità mentale. “Se vogliamo ancora una volta dare corpo all’equazione delitto uguale disturbo,  procediamo pure. Si tratta, però, di un malcostume che offende Giulia Tramontano e la sua memoria. E che continua puntualmente a essere portato avanti in Italia ogni qualvolta ci troviamo dinanzi a un assassinio efferato. È un problema culturale cui i media non sono estranei”.

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