Molise, salasso a 5Stelle. In modalità “campo largo” il partito di Conte perde 4 voti su cinque

27 Giu 2023 18:48 - di Valerio Falerni
Conte

Non erano «vincoli», ma «sparpagliati». Eh sì, solo l’ironia del vecchio Pappagone, cui oltre mezzo secolo fa prestava voce e volto il grande Peppino De Filippo, può aiutarci a capire il tracollo pentastellato in Molise. E che tracollo: dal 31,5 al 6 per cento. A conferma che quei voti, appunto, non erano affatto «vincoli», cioè uniti e amalgamati da un progetto politico, bensì «sparpagliati» in mille rivoli di generica protesta anti-Casta, spesso motivata da esperienze e rancore personale. Infatti non ne resta più niente, o quasi. Infatti, il M5S fondato da Beppe Grillo e affondato da Giuseppe Conte lascia sul campo quattro voti su cinque. Una cosa che neppure a definirla salasso riesce a rendere appieno l’idea della catastrofe elettorale subita dai 5Stelle.

Grillini crollati dal 31,5 al 6%

Vero, da tempo i grillini ci hanno abituato a performance elettorali a fisarmonica, con il loro portafoglio di consensi che si allarga e si restringe a seconda del livello territoriale della competizione elettorale. Ma è altrettanto vero che qui parliamo di una regione dove nel 2018 aveva votato M5S più di un molisano su tre. E dove solo pochi mesi fa, alle elezioni politiche, lo stesso MoVimento aveva raggranellato un lusinghiero 25 per cento. Correndo, per altro, da solo, a differenza di quanto ha deciso in quest’ultima tornata dove si è presentato in modalità campo largo in alleanza con Schlein, Fratoianni e compagni.

Conte al bivio

Circostanza, questa, destinata probabilmente a pesare sulle strategie di Conte, in realtà di suo già convinto che i 5Stelle siano nati per restare politicamente single. Chi invece non vuol farsene una ragione è il suo ispiratore Marco Travaglio, che non per niente alle primarie dem ha tifato per l’impalpabile Elly, anche perché convinto che adottando a sua volta il Pd una linea “movimentista“, per il M5S sarebbe stato un gioco da ragazzi svuotarlo elettoralmente in applicazione del principio in base al quale tra la copia (Schlein) e l’originale (Conte) gli elettori scelgono il secondo e non il primo. Ma l’operazione è fallita e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Ora sta a Conte decidere se sopravvivere da solo o suicidarsi politicamente in nome del campo largo per compiacere Travaglio. Nel frattempo, Molise docet, i suoi elettori sembrano  già aver deciso.

 

 

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