Migranti, la Meloni media con i Paesi Visegrad per conto della Ue: «Mercoledì sarò a Varsavia»

30 Giu 2023 19:07 - di Michele Pezza
Meloni

Un Consiglio europeo più caotico che difficile, quello conclusosi in queste ore a Bruxelles. Ne fa fede la fuga di Emmanuel Macron, costretto a lasciare il vertice dai gravissimi disordini che stanno mettendo a ferro e a fuoco la Francia. Una situazione esplosiva, che vede protagonisti soprattutto figli di immigrati e che ha finito per irrigidire ancor più nelle loro posizioni sul tema l’ungherese Viktor Orban e il polacco Mateusz Morawiecki. A farne le spese, il tentativo di mediazione «fino all’ultimo» di Giorgia Meloni, che però non ha alcuna intenzione di mollare la presa. «Con Ungheria e Polonia – ha assicurato – continueremo a lavorare». Era stato il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel a chiedere al premier italiano di intavolare un colloquio con Orban e Morawiecki, al fine di ottenerne la firma in calce alle conclusioni sui migranti.

Meloni: «Continuerò a parlare con Orban e Morawiecki»

Una conferma dell‘accresciuta considerazione del peso dell’Italia nel consesso europeo. Un cambio di paradigma sottolineato anche dalla Meloni: «Il ruolo dell’Italia è da protagonista in questo Consiglio europeo. Sono soddisfatta del lavoro fatto». A conferma delle sue parole, il presidente del Consiglio ha ricordato la mutato sensibilità sull’emergenza-migranti in sede europea. «Se l’Ue offre una scelta alle popolazioni che tentano di lasciare l’Africa – ha sottolineato – si cambia l’approccio». Quindi, ha aggiunto: «L’Africa non è un continente povero, ha molte risorse, è un grandissimo produttore di energia, soprattutto pulita, noi abbiamo un problema di approvvigionamento e l’Italia può essere la porta di questi investimenti. Su questo c’è un consenso unanime».

«Emergenza-sbarchi strutturale»

Ovviamente, anche l’Ue deve diversamente approcciare il tema del Mediterraneo. E qui s’innerva la mediazione della Meloni con Polonia e Ungheria. Il premier italiano ha escluso divergenze e frizioni con Morawiecki e Orban. «Non sono delusa mai da chi difende i propri interessi nazionali», ha risposto a chi le chiedeva un commento sul mancato accordo sulle conclusioni. Tanto più, ha sottolineato che «la loro posizione non riguarda la dimensione esterna che è la priorità italiana ed è l’unione modo per affrontare la migrazione mettendo d’accordo tutti». Per la Meloni, l’emergenza-migranti resta strutturale. E strutturale dev’essere la soluzione, che quindi non può più consistere, come finora è stato, nello scaricare il problema sul vicino.

«Il patto sui migranti non ne esce ammaccato»

Il premier ha anche annunciato mercoledì sarà a Varsavia. E, in riferimento alle posizioni di Orban e Morawiecki, ha spiegato: «La questione che loro pongono non è peregrina, sono le due nazioni che in Ue si stanno più occupando dei profughi ucraini, lo fanno con risorse». A giudizio della Meloni «il patto sulla migrazione (quello stipulato l’8 giugno scorso proprio su spinta del governo italiano, ndrnon esce ammaccato, il tema non si riapre. Il patto non viene ridiscusso, è un patto che migliora le regole ma non risolve il tema». Una tesi adottata anche dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, che fissa a prima delle elezioni europee del prossimo giugno la scadenza per chiudere positivamente la trattativa.

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