La confessione: “Ho colpito Giulia al collo per non farla soffrire”. Roccella: leggi più efficaci
Anche la politica inorridisce dinanzi al delitto di Giulia Tramontano e del suo bambino. E allo shock si unisce la tragica notizia dell’agente di polizia, Pierpaola Romano, colpita a morte dalla pistola di un collega che poi si è ucciso. E i particolari dell’omicidio di Giulia feriscono ancora di più per lo scempio subito dalla giovane: Impagnatiello ha detto di averla colpita al collo per non farla soffrire. Si è poi accanito sul cadavere tentando di farlo a pezzi in casa. Poi di bruciarlo, per due volte. Quindi lo ha caricato in macchina dove sarebbe restato fino a mercoledì. Quando lo ha depositato nel luogo che ha poi indicato ai carabinieri.
“Non sono solita commentare le tragedie che troppo spesso le cronache ci propongono, ma all’orrore sembra non esserci limite. Una ferocia indicibile, quella contro Giulia e il suo bambino, e oltre alla ferocia l’indifferenza di un uomo che pensa di andare avanti con la sua vita dopo aver ‘cancellato’ la donna e il figlio. Ancora oggi, inoltre, una poliziotta uccisa da un collega che si è poi tolto la vita”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook la ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella.
“Avevamo già in programma, prima di tutto questo – aggiunge Roccella – di portare nel prossimo Consiglio dei Ministri, o al massimo in quello successivo, il pacchetto di norme al quale come ministero delle Pari Opportunità stiamo lavorando insieme ai ministeri dell’Interno e della Giustizia, per un primo tagliando alle norme anti-violenza alla luce delle criticità emerse nell’applicazione della pur valida normativa vigente. Perché la legge da sola non basta, senza un cambio culturale, ma può fare tanto e renderla il più efficace possibile è un imperativo categorico di cui avvertiamo tutta la responsabilità”.
“Impagniatello 30 anni, confessa l’omicidio della moglie che portava in grembo il suo bambino……..ancora sangue dentro le mura domestiche! Capire come salvare tutte queste donne è difficile ma è un dovere”, riflette Paola Frassinetti (FdI) sottosegretaria all’Istruzione.
“Da donna e da madre – afferma Daniela Santanchè – desidero esprimere tutta la mia vicinanza alla famiglia di Giulia Tramontano, barbaramente uccisa insieme al figlio che portava in grembo, dal fidanzato. La violenza sulle donne è una piaga che va combattuta con pene certe e severe”.
“Dalle ricostruzioni dei fatti emerge, ancora una volta, che la vittima – commenta la senatrice della Lega Giulia Bongiorno – è stata brutalmente uccisa perché donna. In questo caso sembra un’eliminazione di un problema. Giulia Tramontano era anche incinta di 7 mesi e credo occorra una riflessione sul reato di interruzione di gravidanza non consensuale, non viene considerato nella sua gravità. Basti pensare che la pena prevista per il responsabile, da 4 a 8 anni di carcere, è meno grave di un episodio di corruzione (da 6 a 10 anni di carcere). Infine, un appello a tutte le donne: mai accettare gli ultimi incontri di chiarimenti. Mai. Spesso si rivelano fatali”.
“Guardo inorridita alla tragica morte di Giulia Tramontano e Pierpaola Romano, ultime donne uccise per mano di uomini violenti, ultime vittime di una strage senza fine. Giulia al settimo mese di gravidanza, ad aggiungere infamia all’infamia. E’ il momento che la politica reagisca e dia segnali chiari sia sul piano della repressione sia su quello dell’educazione”, dichiara Mara Carfagna, presidente di Azione.
Che ha aggiunto: “C’è un pacchetto molto specifico di norme elaborato nella precedente legislatura e largamente condiviso dalla maggioranza di allora, FI e Lega comprese: credo che anche il partito della premier possa farlo suo. Portiamolo in Parlamento, diamogli una corsia preferenziale e approviamolo prima dell’estate”.
“E’ un orrore senza fine – afferma Elly Schlein – quello che, col passare delle ore, emerge attorno all’uccisione di Giulia Tramontano. Un orrore di fronte al quale è difficile anche trovare le parole. E che si aggiunge a quello per l’uccisione di Pierpaola Romano”.
“Il pensiero va ai loro familiari e ai loro cari. Ma anche a tutte le donne che, quotidianamente, si trovano in situazioni di pericolo e subiscono molestie e violenza. Non è solo questione di affinare gli strumenti legislativi, che pure vanno utilizzati di più e meglio. Come ribadiamo da tempo, occorre affiancare al piano legislativo e repressivo quello della prevenzione, educativo e culturale, a tutti i livelli, e sostenere i centri antiviolenza che fanno un enorme lavoro di prevenzione e sostegno”.