La brutta storia del geometra Turchitto, pensionato “forzato”: la giustizia tace, il Senato torna sul caso
Una vicenda al limite del kafkiano, quella che ha travolto il geometra Italo Turchitto, già dipendente del Comune di Canna (piccolo borgo dell’Alto Ionio cosentino) in attesa da anni di un pronunciamento della giustizia su quello che fino ad oggi in molti hanno definito a caratteri cubitali lo «scabroso caso» del collocamento «forzato» in pensione. Una disavventura giudiziaria, la sua, che tra stop e rinvii, nei giorni scorsi è tornata per l’ennesima volta in Parlamento.
L’inquietante caso del geometra Turchitto, pensionato a forza
Una storia senza fine, in corso da oltre 15 anni, che tra gli altri, il sito “Sibarinet” ricostruisce e aggiorna nel dettaglio, scrivendo: «Turchitto, due anni prima che scattasse l’età anagrafica per il pensionamento e nonostante la sua richiesta di proseguire la sua attività professionale alle dipendenze del Comune, è stato demansionato. Gli è stata revocata la Dirigenza dell’Ufficio Tecnico. Ed è stato mandato d’ufficio in pensione dagli amministratori comunali del tempo incappati, a giudizio dell’interessato, nel classico caso di abuso d’ufficio nei confronti del quale il geometra Turchitto ha provato a difendersi, finora inutilmente, nelle aule giudiziarie».
Una vicenda senza fine in corso, e senza soluzione, da oltre 15 anni
Una orwelliana vicenda giudiziaria, quella che il professionista sta vivendo da tempo, senza riuscire a intravedere una fine dell’iter. Una vicissitudine che gli ha fin qui causato problemi e inflitto torti che hanno pesantemente influito sulla sua vita professionale e sulla sua quotidianità. Non a caso – ha scritto Antonio Turchitto, figlio del geometra, già Capogruppo di Minoranza nel consiglio comunale di Canna e esponente di Fratelli di Italia – «si tratta di una storia densa di interrogativi e di tante ombre, che ha pesantemente influito sullo stato psico-fisico di mio padre. Il quale comunque, nonostante i torti subìti, non ha mai perso né la calma, né la speranza di ottenere giustizia».
Le interrogazioni parlamentari di FdI sul caso del geometra Turchitto
E allora, anche riassumerla in poche battute, la storia del geometra demansionato e pensionato “a forza” – nonostante la sua richiesta di proseguire la sua attività professionale alle dipendenze del Comune – non consente sconti alle lungaggini giudiziarie e alla portata dello sconcerto che accompagnano la vicenda, punteggiandola di inquietanti interrogativi, dopo molti anni ancora senza risposta. Un caso giudiziario divenuto nel tempo anche un caso politico, con l’interessato che, dopo aver impugnato i provvedimenti capestro e cercato giustizia nelle aule di Giustizia, è approdato anche in Parlamento. Diverse, infatti, sono le Interrogazioni presentate da esponenti di FdI nel corso del tempo. A partire da quella datata 2014 a firma di Fabio Rampelli. A cui sono seguite quelle di Galeazzo Bignami e, successivamente, di Wanda Ferro.
Tutti i tentativi del geometra Turchitto esperiti negli anni…
Non solo. Come riporta in un servizio documentato il sito già citato, «a distanza di oltre 15 anni dal pre-pensionamento impostogli dagli amministratori del tempo, il geometra Turchitto, stanco per i tempi lunghi della giustizia italiana e in attesa della Sentenza definitiva che dovrà pronunciare la Corte di Cassazione, ha anche scritto un’accorata lettera al Presidente della Repubblica quale Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, nella quale ha elencato punto per punto i passaggi salienti degli ultimi anni di servizio presso il Comune di Canna, prima che gli amministratori del tempo lo dequalificassero e lo obbligassero al pensionamento forzato». Tutto, ad oggi, senza ottenere alcun riscontro pratico effettivo. E senza per questo smettere di sperare in un esito giudiziario e di confidare nella giustizia.
Ora il caso torna in Senato: al vaglio anomalie, mancanze e appelli caduti nel vuoto
Ora dunque, secondo quanto riferisce il figlio Antonio e riporta Sibarinet, la sua storia torna sotto i riflettori, quanto meno mediatici. «Riapprodata in Senato per iniziativa del senatore Marco Lisei (FdI) che, resosi conto della vistosa anomalia, ha chiesto al Ministro del Lavoro quali iniziative intenda assumere. Ovviamente dopo aver acquisito la documentazione necessaria. E al fine di chiarire i termini di una vicenda considerata strana e inspiegabile». «Una storia infinita e sconcertante – ha scritto ancora il figlio del geometra – su cui Lisei ha chiesto un deciso e approfondito intervento ispettivo da parte del Ministero sull’Inps di Cosenza».
Il geometra Turchitto e quella domanda di pensione che…
L’obiettivo è chiaramente quello di ottenere una risposta, quanto più tempestivamente possibile, sulla pratica inerente la domanda di pensione dell’ex dipendente comunale. Visto che, nonostante innumerevoli richieste formali – presentate sia al Comune di Canna che all’Inps di Cosenza – ancora non si è riusciti ad averne una copia. Copia che, vale la pena sottolineare, a detta del figlio il geometra «non ha mai compilato. Né firmato. E né tanto meno presentato all’ex Inpdap, ora Inps, di Cosenza». È evidente, insomma, quanto sia fitta e intricata questa rete di mancanze e soprusi burocratici. Quanto sia di conseguenza urgente analizzarla maglia per maglia. Passaggio dopo passaggio. Perché se davvero non è un caso orwelliano questo, non sapremmo davvero come altro definirlo…