Vendola fa il maestrino con la Meloni sull’utero in affitto: “C’è puzza di polizia morale”

20 Mag 2023 9:00 - di Sara De Vico

Non ci va di fioretto. Tutt’altro. Nichi Vendola usa la clava contro il governo Meloni colpevole, a suo dire, delle peggiori nefandezze. La premessa è già un manifesto programmatico di lotta dura contro il nemico. “La Meloni è a capo di un partito post fascista, bellicista, estraneo alla cultura liberal-democratica”. In una lunga intervista alla Stampa l’ex capo di Sel e governatore della Puglia, che in altre occasioni non ha escluso di candidarsi alle europee,  si lancia in un attacco ad alzo zero contro il premier con un linguaggio durissimo di chi è rimasto inchiodato alla logica dello scontro. Con buona pace del dialogo, del pluralismo democratico e della pacificazione nazionale.

Vendola all’attacco del governo Meloni: post fascista e bellicista

“Non è solo questione di diritti della comunità Lgbt”, dice Vendola, che pure si dilunga sul terreno dei diritti dei minori, presuntamente calpestati dal governo, e dell’utero in affitto. Orgogliosamente modello di famiglia arcobaleno felice e realizzata (vive con il compagno canadese con il quale ha un figlio avuto con la pratica dell’utero in affitto) non può che accusare la destra di oscurantismo.

“A Cutro la disumanità è diventata legge”

“A Cutro abbiamo visto trasformare la disumanità in legge, i migranti trattati come residui da smaltire. Abbiamo imparato che c’è il diritto di non abortire. Che significa semplicemente regredire alla vergogna degli aborti clandestini, come sta accadendo”. Inevitabile il riferimento al botta e risposta tra Meloni e il premier canadese Trudeau che a margine del G7 si è detto preoccupato dalle posizioni italiane sui diritti Lgbt. Preoccupazioni messe a tacere dal premier Meloni. Ma a Vendola non può bastare.

“C’è puzza di pulizia morale con il manganello”

“Giorgia è brava a lanciare il sasso e nascondere la mano. Solo che il gioco non le riesce quando gioca fuori casa. Qui, con i “ragazzi del coro” sempre pronti a intonare il “Dio, patria e famiglia” del tipico repertorio oscurantista, ogni giorno si avvelena il clima, si degrada il linguaggio”. Ma Vendola non sembra proprio un campione nell’abbassare i toni . “C’è puzza di polizia morale. Il loro manganello è il codice penale”, spiega in un crescendo di attacchi biliosi.

L’esaltazione della famiglia arcobaleno

«Mio figlio è nato in California grazie a una donna che ci ha donato l’ovulo e un’altra che lo ha portato in pancia. Con entrambe queste donne conserviamo rapporti di affetto e sono divenute, con le rispettive famiglie, parte della nostra famiglia allargata”, racconta smentendo poi di fatto la narrazione della sinistra sulla trascrizione dei minori nati da coppie omogenitoriali. Vendola ha ottenuto il riconoscimento della paternità legale attraverso l’adozione. Che è esattamente la strada “suggerita” dal governo Meloni.

La pratica dell’utero in affitto non si tocca

Poi si esibisce in una accorata difesa della pratica dell’utero in affitto, con un certo imbarazzo sul tema della mercificazione de corpo femminile. “La gestazione per altri è una pratica legale in tanta parte del pianeta, con legislazioni di varia natura e tipologia. In Italia è già vietata, l’introduzione del “reato universale” è solo una trovata propagandistica”. Anzi, si corregge. “È una crociata utile solo a seminare stigma e odio. A quelli che paventano il rischio della mercificazione del corpo delle donne, rischio che certamente io non nego, rispondo che regolamentare è sempre meglio che proibire. I nostri figli sono figli: non sono delitti”.

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